IL MATTINO
Legnini: pronte le linee guida stretta sulle intercettazioni
Ischia, il vice presidente Csm: equilibrio tra doveri d`indagine
e il diritto alla riservatezza
dom.3 – ISCHIA. Questione cruciale da tempo, ancora irrisolta, quella
dell`uso delle intercettazioni si dibatte tra le prospettive contrastanti – e solo a tratti convergenti – del governo, degli organi di giustizia, dei giornalisti: sono fondamentali, un bubbone, un male necessario, uno mezzo di
ricerca della prova del quale non si potrà mai fare a meno, tenendo ben distinti i potenti dai cittadini “normali” e i diversi ruoli dei protagonisti, soprattutto professionisti dell`informazione e giudici? Qualcosa si
muove, al di là delle semplificazioni, in un ambito che è un cantiere aperto. L`esecutivo sta studiando una norma, partendo dal fatto che «crede nello
strumento investigativo delle intercettazioni e quindi non intende modificarne i presupposti, ma semplificarne l`utilizzo anche per determinati reati come quello della corruzione». Lo ha preannunciato Cosimo Ferri, sottosegretario alla Giustizia, intervenendo ieri al confronto su «diritto di cronaca, diritto alla riservatezza», condotto da Paola Saluzzi nell`ambito
dei meeting a coté del premio Ischia di giornalismo, al quale hanno partecipato Giovarmi Legnini, vice presidente del Csm, Luigi Vicinanza, direttore “L` Espresso” e Alessandro Barbano, direttore de “Il Mattino”.
«Cercheremo di evitare il gossip, le notizie che riguardano fatti privati e non c` entrano nulla con le carte processuali, in un contesto di riferimento che
prevede tre linee direttrici – come le ha definite Ferri – che riguardano gli indagati, per escludere i terzi; poi i contenuti e la fase processuale».
Insomma bisogna comprendere bene chi è sotto accusa per andare avanti escludendo chi non lo è; puntando solo «sulla rilevanza delle conversazioni
che riguardano le carte. Inoltre anche la fase processuale – sostiene Ferri – va valutata bene, per stabilire quando possono essere pubblicate le intercettazioni, mantenendo comunque la riservatezza delle indagini».
Si, dunque, all`uso delle intercettazioni e contemporaneamente alla tutela della privacy per i terzi estranei alle indagini ma anche per l`indagato e ai suoi fatti personali estranei ai fatti. Sarà possibile? In ogni caso, i primi passi li hanno compiuti le procure. E ora il Csm sta facendo la propria parte. Infatti «a breve avremo i criteri di riferimento per la magistratura inquirente e la polizia giudiziaria, perché è possibile – ha sottolineato Legnini – conseguire un più avanzato equilibrio tra il diritto-dovere di utilizzare lo strumento delle intercettazioni ai fini di indagine e il rispetto del diritto alla riservatezza. In questo scenario si inseriscono le circolari già emanate delle procure di Roma, Napoli, Torino, Firenze e altre che hanno, in applicazione della disciplina processuale vigente, individuato una modalità interpretativa e applicativa più avanzata, in base alla quale il Csm sta elaborando linee guida conformi». In un contesto nel quale un problema serio è costituito dalla pubblicazione online delle sentenze e dal diritto all`oblio, «tutelare la privacy dei cittadini semplici è molto più importante, e il modello da seguire è quello anglosassone» auspica Luigi Vicinanza che ricorda come «autodisciplina e autoregolamentazione aiutano a eliminare le distorsioni, mentre non sono i
giornalisti a fare gossip». «La vergogna per la democrazia ha detto Barbano – è che le intercettazioni impertinenti sono inserite negli atti processuali
con la scusa che devono illuminare il contesto e non il fatto-reato.
Questa è la porta per entrare in tutto; e certo non si può chiedere ai giornalisti di fare da filtro».