LAVORI PARLAMENTARI: Stretta sull’ostacolo alla revisione (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Diritto dell’economia. La commissione Giustizia della Camera chiede al Governo che ritorni reato
Stretta sull’ostacolo alla revisione
Da pochi mesi viene prevista la sola sanzione amministrativa

Milano. Deve tornare ad avere rilevanza penale la condotta di chi ostacola l’attività dei revisori. Parola della Camera, che nel parere approvato dalla commissione Giustizia sullo schema di decreto legislativo sulla revisione (in attuazione della direttiva 2014/56/Ue) mette tra le condizioni un intervento del Governo che ponga rimedio alla situazione attuale. Oggi, infatti – per effetto del Dlgs 8/2016, in vigore da pochi mesi, che è uno dei due provvedimenti nei quali si è tradotta l’operazione di depenalizzazione (l’altro è il Dlgs 7) – l’impedito controllo è ormai fuori dal perimetro dei reati.
La fattispecie in questione era fino al 6 febbraio un reato proprio degli amministratori della società assoggettata a revisione legale, che si realizzava in presenza di due modalità di condotta alternative: l’occultamento di documenti oppure il ricorso ad altri idonei artifici (quindi, mezzi truffaldini), che hanno l’effetto di impedire od ostacolare lo svolgimento delle attività di revisione. Soggetto passivo dell’impedito controllo era, così, il soggetto che esercita le funzioni di revisione legale. La sanzione prevista era esclusivamente pecuniaria, con un’ammenda fino a 75mila euro.
Un assetto che è stato investito, dall’inizio di febbraio appunto, dalla depenalizzazione, che non considera più reato tutte quelle condotte in precedenza sanzionate con la sola multa o ammenda, traghettandole nel campo delle infrazioni amministrative punite con misure pecuniaria.
La commissione Giustizia della Camera prende atto degli effetti che si sono venuti a creare e, in maniera difforme da quanto deciso dal Governo e in un intervento però di più ampio respiro, sollecita la “ripenalizzazione” dell’impedito controllo. Procedendo semmai a un rafforzamento del presidio penale, visto che viene chiesto l’abbinamento dell’arresto alla reintroduzione della sanzione pecuniaria.
Quanto alle altre condizioni, l’altra richiesta di spessore che la Commissione ha presentato al Governo riguarda l’estensione dell’arco di tempo che deve essere trascorso prima di potere assegnare un nuovo mandato alla società di revisione, che lo ha già precedentemente svolto, nei confronti degli enti di interesse pubblico e di quelli a regime intermedio. Tra questi ultimi, una delle novità dello schema di decreto, rientrano per esempio, società emittenti, banche e assicurazioni. Il periodo di tempo che dovrebbe essere rispettato, secondo la Camera, dovrebbe essere di almeno quattro esercizi dalla data di cessazione del precedente incarico.
L’ultima modifica sollecitata a livello di condizione riguarda i requisiti che devono possedere le società che stipuleranno convenzioni con il ministero dell’Economia per la formazione permanente dei revisori. Il testo attuale dello schema di decreto prevede che questi soggetti siano caratterizzati, tra l’altro, da un’adeguata struttura organizzativa, un’articolazione territoriale e un numero minimo di almeno otto dipendenti. Ora quest’ultimo requisito, che alla Commissione è apparso troppo restrittivo, dovrebbe essere sostituito da una richiesta di un numero «adeguato» di dipendenti. Giovanni Negri

Foto del profilo di Andrea Gentile

andrea-gentile