ITALIA OGGI
Il Jobs act autonomi riparte alla Camera
Si rimette in marcia il disegno di legge delega sul lavoro autonomo e agile: la commissione lavoro della camera in settimana ne riprenderà infatti l’esame, archiviata la pausa delle attività parlamentari che ha preceduto il voto per il referendum costituzionale di domenica 4 dicembre. Relatore del provvedimento (C 4135) è lo stesso presidente dell’organismo di Montecitorio Cesare Damiano (Pd), orientato a passare attentamente al vaglio le norme, che hanno subito alcune modifiche nel passaggio al senato, dove hanno ottenuto il via libera poco meno di un mese da (si veda ItaliaOggi del 4 novembre 2016).
Particolarmente atteso nel mondo delle libere professioni, il cosiddetto «Jobs act degli autonomi» introduce nel nostro ordinamento una serie di interventi di assistenza sociale finora destinati esclusivamente ai lavoratori dipendenti. Fra le misure previste ci sono indennità di maternità e garanzie in caso di gravidanza, di malattia e di infortunio: rimanere incinta, o subire un incidente, infatti, non comporterà «l’estinzione del rapporto di lavoro, la cui esecuzione», su richiesta di chi eroga la prestazione, «rimane sospesa, senza diritto al corrispettivo, per un periodo non superiore a centocinquanta giorni per anno solare», fatto salvo, però, «il venir meno dell’interesse» del committente.
Inoltre, per incentivare la carriera degli esponenti delle varie categorie il disegno di legge ha fissato che siano deducibili «entro il limite annuo di 10 mila euro» dal pagamento delle tasse i costi affrontati per l’iscrizione ai corsi per l’aggiornamento professionale. Esercitando, poi, una delega, il governo dovrà individuare gli «atti pubblici che possono essere rimessi anche alle professioni ordinistiche», visto il loro «carattere di terzietà»: fra le funzioni che verranno ad esse conferite quelle per «la deflazione del contenzioso giudiziario» e «la certificazione dell’adeguatezza» degli edifici alle norme di sicurezza ed energetiche.
Infine, gli enti previdenziali guardano con interesse alla norma che ne stabilisce l’abilitazione ad incrementare le prestazioni di welfare «finanziate da apposita contribuzione facoltativa», incluso il sostegno al reddito degli iscritti in condizioni di straordinaria difficoltà. Simona D’Alessio