ITALIA OGGI SETTE
Inizia a produrre effetti l’articolata normativa sul Jobs Act. Anche se calano le assunzioni
Lavoro, meno processi
dom.1 – Gli addetti ai lavori hanno seguito da vicino, in questi mesi, la complessa e articolata normativa di attuazione del cosiddetto Jobs Act (legge 183/2014). In questo anno e mezzo, durante il quale governo e parlamento hanno legiferato su una pletora di provvedimenti in materia di lavoro (dal riordino degli ammortizzatori sociali ai nuovi congedi parentali, da una nuova disciplina organica dei contratti di lavoro e delle mansioni aziendali fino alle politiche attive e alle semplificazioni delle procedure e degli adempimenti a carico di cittadini e imprese), talvolta non è stato semplice districarsi. Affari Legali, questa settimana, ha voluto sondare, con alcuni dei maggiori giuslavoristi che lavorano negli studi legali italiani, quali sono i primi effetti che hanno registrato dall’applicazione dell’articolata normativa sul lavoro. Il primo è stato sicuramente, dopo un 2015 esplosivo, un colpo di freno sull’occupazione: esaurito l’effetto propulsivo della decontribuzione triennale, infatti, gli ultimissimi dati dell’Inps hanno fatto registrare un dato delle assunzioni con il segno negativo. Ma in assoluto quello che gli avvocati hanno registrato è stato un calo del contenzioso in materia del lavoro. Un calo che continua sulla scia della riforma Fornero, e che era anche uno degli obiettivi che si era prefissato di raggiungere il governo Renzi. È probabile anche, spiegano i legali, che nei prossimi due anni si continuerà a registrare un calo del contenzioso giudiziale avverso i licenziamenti. E gli avvocati non staranno a guardare. Roberto Miliacca