ITALIA OGGI
Al senato
Riparte il Jobs act autonomi
Si è rimesso in cammino, in commissione lavoro al senato, il disegno di legge sul lavoro autonomo (2233): depositati gli emendamenti rivisitati (seguendo le indicazioni del ministero dell’economia), il relatore del provvedimento Maurizio Sacconi (Ap) ha riferito che «la settimana prossima, una volta ottenuti i pareri della commissione bilancio, potranno iniziare le votazioni». Le modifiche, ha raccontato a ItaliaOggi, sono prevalentemente dei «piccoli aggiustamenti» per assicurare che dagli interventi previsti non dovranno derivare «nuovi, o maggiori oneri a carico della finanza pubblica». Nel pacchetto delle ultime correzioni spicca quella concernente la delega al governo sugli atti pubblici rimessi ai professionisti: la prima stesura, infatti, apriva al riconoscimento del ruolo sussidiario degli iscritti agli ordini, cui «demandare funzioni di asseverazione della regolarità contributiva e contrattuale, da utilizzarsi anche nell’ambito degli appalti pubblici e privati, di certificazione in materia tributaria, di asseverazione di buone prassi in materia di igiene e sicurezza sul lavoro e di salvaguardia della salute dei lavoratori»; un passaggio espunto dal testo, mentre è rimasta invariata la ricognizione (da definire entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge) delle funzioni pubbliche che possono esser assegnate ai membri delle diverse categorie, fra cui l’«assolvimento di compiti e funzioni finalizzati alla deflazione del contenzioso giudiziario» e per la «certificazione dell’adeguatezza dei fabbricati alle norme di sicurezza ed energetiche, anche attraverso l’istituzione del fascicolo del fabbricato» (si veda ItaliaOggi del 15/6/2016). Restyling pure per l’emendamento sulle Casse previdenziali, che le abilita a svolgere altre prestazioni sociali rivolte agli iscritti che hanno subito «una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà, o che siano stati colpiti da gravi patologie»; nella precedente versione erano state, invece, contemplate le malattie «di tipo oncologico, o cronico-degenerativo ingravescente». Simona D’Alessio