IL CORRIERE DELLA SERA
L`intervista
Il ministro: «Si può sparare al ladro
se dentro casa ci sono dei bambini»
ROMA «Io non voglio mica il Far West. Non ho neanche il porto d`armi. E per nulla al mondo diventerei un guerrafondaio, al massimo posso agitare
l`ombrello contro chi mi attacca… Ma sono un papà. E capisco bene come in questi anni la percezione del pericolo sia cambiata per un capo famiglia
che, suo malgrado, si trovi in stato di forte emotività a dover difendere i propri cari da un`aggressione, in casa. Per questo dico che la legge in discussione alla Camera va migliorata, circoscrivendo le condizioni soggettive in cui va sempre riconosciuta la legittima difesa. E tra queste, certamente,
c`è la “minorata difesa” dovuta alla presenza in casa dei bambini».
Il ministro per la Famiglia e per gli Affari regionali, Enrico Costa (Ap), non ha perso la passione per le statistiche criminali ereditata dal suo precedente
incarico di viceministro della Giustizia. Ha studiato i dati pilota della Criminalpol, per ora quelli relativi al suo Piemonte, e ha avuto la conferma
che cercava: «I furti in appartamento diminuiscono, ma aumentano le rapine in casa ai danni delle famiglie».
Dunque, ministro, lei non condivide l`impostazione soft di David Ermini, responsabile Giustizia del Pd, nel riscrivere il testo della Lega che, invece, dava sempre per presunta la legittima difesa
quando qualcuno viola armato le proprietà altrui? «Il dibattito alla Camera è stato rinviato e credo che, dopo Pasqua, ci siano le condizioni
per migliorare il testo. Lasciamo pure l`intervento, fatto con il parere favorevole del governo, sull`errore al quale la persona aggredita è eventualmente indotta nel reagire. Ma oltre all`articolo 59 del codice penale, sull`errore, dobbiamo toccare anche il 52 sulla legittima difesa, circoscrivendo e tipizzando le condizioni soggettive e oggettive che sono
portatrici di legittima difesa se l`aggressione avviene nell`intimità
della casa».
Un po` quello che va sostenendo la Lega e che il Pd sta tentando di stoppare… «Un momento. La Lega sostiene la presunzione assoluta
di legittima difesa se l`aggressione è in casa. La mia proposta, invece, tende proprio ad arginare le derive demagogiche che teorizzano di poter
sparare anche a chi scavalca il muro di un giardino».
Oltre alla presenza dei minori, quali sono le altre condizioni soggettive che farebbero scattare sempre la legittima difesa in casa? «Se la famiglia colpita ha già subito altre aggressioni in casa.
Chi è già passato per una brutta esperienza ha una percezione diversa del pericolo. E reagisce di conseguenza».
Scusi ministro, ma lei, che è anche papà da poco, non teme
i tranquilli capi famiglia pronti ad armarsi perché una nuova norma fa scattare la legittima difesa se ci sono bambini in casa al momento dell`aggressione? In Florida un`attivista pro armi è stata
ferita dal figlio di 4 anni che aveva messo le mani sulla pistola lasciata incustodita. «Io vivo in centro a Roma ma penso a chi abita con la famiglia nei borghi isolati, nelle case di campagna, nelle zone più esposte alle rapine dei tanti hinterland italiani».
La legge sulla legittima difesa non potrebbe essere lasciata così come è stata modificata nel 2006? «Quello schema, ed è la Cassazione
a dirlo, ha generato un`interpretazione restrittiva da parte dei giudici. E poi c`è anche il problema dell`interpretazione difforme nelle diverse aree del Paese».
Non sarebbe più saggio che lo Stato, titolare del monopolio della forza, migliorasse l`offerta di sicurezza? «Rispondo citando il procuratore Carlo Nordio: “Qual è il limite della legittima difesa? No, la domanda non è questa. È un`altra: fino a che punto lo Stato ha diritto di punire un cittadino che si è difeso da un`aggressione che lo Stato
non ha saputo impedire?”». Dino Martirano