QUOTIDIANO NAZIONALE
Un sorteggio per il Csm
di Claudio Martelli
SE I PADRI costituenti scoprissero cosa è diventato il Consiglio Superiore della Magistratura di sicuro si rivolterebbero nella tomba. Viceversa, non sembrano turbati i loro eredi, tra i quali, oltre ai costituzionalisti an servizio permanente e vita apparente, bisogna pur contare i ministri che giurano fedeltà alla Costituzione. Il Csm istituito per garantire l`autonomia e l`indipendenza dei giudici fattosi terminale ed emissario dell`Associazione Nazionale Magistrati è diventato la principale minaccia all`autonomia e all`indipendenza dei singoli magistrati. L`Anm infatti e una macchina ibrida, metà partito metà sindacato, strutturata per correnti ideologiche, politiche, clientelari intente a mercanteggiare e spartirsi nomine, promozioni e persino le sanzioni disciplinari. Se i magistrati in massa vi aderiscono è perché la tessera dell`Anm promette carriere, promozioni e protezioni più o meno come nel ventennio la tessera del Pnf.
NON SI TRATTA di un`influenza stagionale ma di un male antico,
basti pensare a quali umiliazioni il Csm degli anni `80 inflisse a Giovanni Falcone. Con buona pace della separazione dei poteri, l`inevitabile
conseguenza di un Csm asservito al partito delle toghe, lo spinge a continui attriti con Governi e Parlamenti per la pretesa di sindacare gli atti di entrambi. Il ministro Orlando aveva promesso una riforma.
Poi, contro ogni logica, l`affidò a due commissioni. Curioso: vent`anni fa, quand`ero ministro, le direzioni generali del ministero erano 5, ne12000
erano già raddoppiate, ora sono decuplicate: 40 direzioni generali quando l`organo che governa i 28 Stati dell`Unione europea ne conta solo 26! Delle
due commissioni su un totale di 32 membri ben 27 erano magistrati e di questi 14 ex componenti del Csm, solo tre i professori e due gli avvocati. Per non dire del presidente di entrambe, Luigi Scotti, anche lui magistrato ed ex ministro della giustizia, che per trent`anni ha alternato il ruolo di consigliere del Csm con quello di direttore del ministero. Altro che rottamazione! Affidare a Scotti la riforma del Csm è come se Renzi avesse delegato la riforma del Jobs Act alla Camusso. Il fiasco finale è stato causato da diatribe paralizzanti su quale scrutinio adottare per l`elezione dei consiglieri: proporzionale o maggioritario? Collegi nazionali esposti all`organizzazione del voto da parte delle correnti o piccoli collegi esposti al clientelismo personale? Ora il pallino è tornato al ministro, che fattosi temerario ha subito deciso di concertare la riforma con il nuovo presidente dell`Anm, Pier Camillo Davigo. Francamente tra i due spero in Davigo. E vero, ha detto che quelli attuali sono politici che rubano senza vergogna, e questo per il galateo istituzionale non sta bene, ma è vero anche che la sua nomina se l`è conquistata sul campo candidandosi contro le vecchie correnti e sbaragliandole, e questo sta benissimo. Ora ha l`occasione di promuovere una riforma che liberi il Csm dal cancro delle correnti” tagliando il cordone ombelicale, pardon, elettorale che lo rende schiavo dell`Anm. Come avevano capito gli antichi, quando demagogia e indicibili accordi corrompono la vita democratica di un`istituzione meglio affidarsi alla sorte, cioè al sorteggio, che allora appare come l`unica soluzione limpida e purificatrice.