L’INTERVENTO/1: Elezioni Csm. Correnti e non cordate, è sempre possibile fare meglio di Renato Balduzzi (Avvenire)

AVVENIRE

Elezioni Csm. Correnti e non cordate, è sempre possibile fare meglio

di Renato Balduxzzi

È difficile, e non da oggi, pensare alla magistratura e all`organo che la Costituzione prevede per il suo governo autonomo, il Csm, senza che il pensiero vada alle cosiddette correnti dell`Associazione nazionale magistrati (Anm). Un po` come pensare il Parlamento senza pensare ai gruppi parlamentari, e ai partiti che a essi danno origine o che da essi derivano: con la differenza che per questi ultimi c`è l`esplicita e importante investitura dell`art. 49 Cost., con l`analogia che, come peri partiti, anche per i gruppi dell`Anm il rischio incombente è quello della «degenerazione e di
indebite interferenze», almeno nella vita del Csm. Le parole virgolettate
le ho tratte dalla relazione illustrativa della legge vigente per l`elezione dei componenti togati del Csm, la n. 44 del 2002, a dimostrazione di quanto di quel rischio vi sia consapevolezza a livello istituzionale.
Ecco perché diventa importante segnalare un passaggio della risoluzione,
approvata nei giorni scorsi dal Csm, sulle proposte della commissione ministeriale Scotti per la riforma del medesimo, in cui si afferma che «la riforma dovrebbe tendere a favorire un rapporto meno rigido tra componente associativa ed eletto, da un lato, e, dall`altro, ad aumentare il ventaglio
di scelte dell`elettore», invitando pertanto a riflettere su un diverso
meccanismo (rispetto a quello proposto dalla commissione Scotti), cioè sul «voto singolo trasferibile», già segnalato in questa rubrica: in collegi plurinominali si presentano liste (con alternanza di genere) e il magistrato elettore può indicare in ordine decrescente di preferenza i vari candidati, dando così rilievo sia al progetto di giurisdizione preferito, sia a candidati di altre liste premiati per qualità personali.
Nulla di nuovo sotto il sole, in quanto, già vent`anni fa, una commissione ministeriale, presieduta dal professor Enzo Balboni dell`Università Cattolica, aveva proposto un modello nel quale l`elettore avesse la facoltà di mettere in ordine le sue preferenze per un numero di candidati pari a quello del numero
dei seggi disponibili: un sistema che presenta caratteri tipici del voto maggioritario, ma con effetti di tipo proporzionale, nella misura in cui tutti gli elettori o una grande maggioranza di essi esprimano le preferenze e si attengano alle indicazioni di lista (come ragionevolmente accadrebbe, in presenza di un corpo elettorale coeso e responsabilizzato, e l`esperienza
delle elezioni primarie all`interno dell`Anm lo ha dimostrato). Affinché, secondo un`opinione pressoché unanime, i gruppi dell`Anm mantengano e rafforzino la caratteristica di componenti culturali e non di cordate di potere o
di influenza, recepire il suggerimento del Csm potrebbe essere opportuno.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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