L’INTERVENTO/1: Il Parlamento deve ripristinare l`equilibrio privacy-indagini di Cesare Mirabelli (Il Messaggero)

IL MESSAGGERO
Il Parlamento deve ripristinare l`equilibrio privacy-indagini

di Cesare Mirabelli
La questione delle intercettazioni telefoniche torna di attualità nell`attenzione dell`opinione pubblica, e si manifesta in modo acuto
ogni volta che il loro contenuto trova ampio spazio in tutti i mezzi di comunicazione, determinando spesso, come è avvenuto anche nei giorni
scorsi con le dimissioni del ministro Guidi, effetti istituzionali e personali irreversibili che non sempre sono l`oggetto di provvedimenti adottati
nel processo penale. Questo effetto si produce per l`impatto del contenuto delle intercettazioni, talvolta del supposto contenuto delle stesse, percepito sulla base di singole frasi o spezzoni di conversazione scissi dal contesto e non sottoposti ad alcuna verifica. C`è da chiedersi se le intercettazioni rispondano sempre
alla finalità ad esse propria: offrire un strumento funzionalmente legato alle indagini in un processo penale, e destinate alla ricerca delle prove di fatti che costituiscono reato.
Questo scopo giustifica l`intrusione nella sfera privata garantita dal diritto inviolabile alla libertà e segretezza di ogni forma di comunicazione,
che l`articolo 15 della Costituzione assicura a tutti, riservandone la disciplina alla legge e con la garanzia della giurisdizione. Ne deriva che la protezione è piena nei confronti del potere esecutivo e degli organi amministrativi: la polizia non può autonomamente procedere ad intercettazioni. Ma la garanzia rischia paradossalmente di attenuarsi nei confronti dell`autorità giudiziaria, se questa ne fa un uso disinvolto. Una eccessiva discrezionalità nel disporre le intercettazioni finisce con permettere di eseguirle “a strascico”, scandagliando ambiti di rapporti sociali ed economici alla ricerca di una eventuale notizia di reato, sino ad una affermazione tutta penale della legalità. Anche le intercettazioni indirette, che finiscono per colpire occasionalmente persone diverse dall`indagato, o “a grappolo”, che moltiplicano in modo derivato ed esponenziale le persone intercettate, coinvolgono terzi non sottoposti ad indagine e costituiscono terreno di facile coltura per patologiche incursioni in una sfera privata estranea alla dimensione penale.
Del resto che sia frequente un uso inappropriato e una divulgazione non giustificata dalle finalità del processo, è reso evidente dalle direttive che alcuni Procuratori della Repubblica di grandi sedi giudiziarie, ai quali è riconosciuta indiscussa professionalità, hanno ritenuto emanare per porvi rimedio e regolamentare l`applicazione della legge nell`ambito circoscritto del loro ufficio. Si direbbe una forma di supplenza normativa, che offre la prova della necessità di una appropriata disciplina legislativa, come è richiesto dal vincolo della riserva di legge che la costituzione prevede in questa materia: una garanzia della fonte normativa, che può essere sottoposta a controllo di legittimità costituzionale, ed è presidio di libertà ed eguaglianza nel trattamento dei cittadini.
A questa esigenza è chiamato a rispondere il Parlamento: ne discute la Commissione Giustizia del Senato. È evidente l`urgenza di arrivare ad una disciplina legislativa che salvaguardi le potenzialità di indagine che le intercettazioni offrono, particolarmente nel contrasto della criminalità organizzata, ma allo stesso tempo escluda una diffusa estensione e l`inappropriata divulgazione del loro contenuto. Non si tratta di limitare in alcun modo la libertà di stampa e di informazione, che pure ha radicamento e
garanzia costituzionale, ma di evitare da una parte le intercettazioni inappropriate, dall`altra cosiddette fughe di notizie, o meglio del testo di “brogliacci” odi brani di intercettazioni, che costituiscono in realtà lanci di notizie spesso prive di rilievo penale.
La necessità di evitare gli effetti patologici dei quali si è fatta esperienza, impone di evitare che nelle discussioni parlamentari in corso si rimanga impigliarti in una sterile controversia, nell`alternativa tra la disciplina delle sole intercettazioni o la aggregazione ad essa di nuove regole sulla prescrizione dei reati, destinate ad aumentarne i termini nei quali possono essere perseguiti. Sono problemi diversi, entrambi di rilievo e oggetto di dibattito, ma non è da auspicare che la soluzione dell`uno dipenda dalla soluzione dell`altro, in una sorta di compensazione transattiva tra diverse forze politiche. Per le intercettazioni una equilibrata soluzione tecnica può essere trovata, se è condiviso l`obiettivo: escludere intercettazione di soggetti estranei alle indagini o la raccolta, per effetto dell`ascolto, e la diffusione di elementi al di fuori del reato per il quale si è indagato.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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