IL CORRIERE DELLA SERA
INTERVENTI E REPLICHE
La soppressione dei tribunali per i minorenni
di Avv. Alessandro Sartori, presidente Aiaf
Prof. Avv. Claudio Cecchella, presidente Ondf
Da anni gli avvocati di famiglia e dei minori chiedono che il legislatore metta mano a un sistema di giustizia minorile che sempre più spesso espone il nostro Paese a gravi condanne da parte delle Corti europee. Sono innumerevoli le pronunce della Corte europea dei Diritti umani che ravvisano la lesione del diritto fondamentale al rispetto della vita privata e familiare di bambini e adolescenti vittime di un sistema di giustizia civile troppo spesso
affidato a psicologi e assistenti sociali. Un tribunale che impiega anni ad assumere una decisione sul futuro dei soggetti che dovrebbe tutelare non può rispondere alle istanze di un Paese civile, e deve essere abolito. I nostri figli meritano di vedere i loro diritti tutelati da giudici veri, che siano vicini sul territorio al cittadino, nell`ambito di un processo giusto e dai tempi celeri.
Il disegno di legge approvato dalla Camera prevede il trasferimento dei compiti e delle funzioni del tribunale per i minorenni a sezioni specializzate del tribunale ordinario. Chi avversa questa decisione afferma, distorcendo la realtà, che si perderebbero le competenze e la dedizione proprie dei giudici
minorili. È vero il contrario: le competenze vanno a giudici ordinari,
ma specializzati, mettendo fuori dalla porta l`attuale pletora di magistrati onorari (psicologi, laureati in discipline sociali, ecc.), che certamente svolgono un compito utile nei rispettivi settori di competenza, ma che debbono restare fuori dal processo e, comunque, da non utilizzare come giudicanti. Andreste a chiedere una ricetta medica o una diagnosi a un infermiere o a un portantino? Lo stesso deve valere per la giustizia minorile.
Il disegno di legge approvato dalla Camera va nella giusta direzione ed ha il nostro sostegno. Noi auspichiamo, tuttavia, che il disegno di legge venga perfezionato, evitando residui di separata giurisdizione, che porterebbero a intralci, ritardi, conflitti di attribuzione. In definitiva si verificherebbe un cattivo servizio al cittadino.