L’INTERVENTO/1: Non basta l’efficienza: giustizia a rischio senza un piano di assunzioni mirate di Claudio Castelli – Presidente Corte d’appello di Brescia (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Non basta l’efficienza: giustizia a rischio senza un piano di assunzioni mirate

di Claudio Castelli – Presidente Corte d’appello di Brescia

Gio.30 – La scopertura del personale giudiziario e l’assenza di ricambio è diventato “il problema” della giustizia. Se al di là di denunce e annunci nulla accadrà nelle prossime settimane, uffici e servizi cominceranno a chiudere per assenza di personale e proprio nel momento in cui si potrebbe intravedere la fine del tunnel per la giustizia. Ma è inutile chiedere tempi ragionevoli, rivendicare risultati positivi (che pure già ci sono) e proporre riforme ad ampio raggio se poi mancano le persone e gli specialisti che presidiano gli uffici. Si può e si deve darsi da fare utilizzando al meglio l’esistente, esigendo dai singoli un’adeguata produttività, riorganizzando i servizi per risparmiare, puntando sull’informatizzazione, ma ciò non basta e non serve se si opera nel deserto. Tanto più quando agli uffici giudiziari si chiede sempre di più come attività, tempi, qualità e servizi al cittadino. Procedere a nuove assunzioni è oggi un imperativo, darebbe una risposta alla fame di lavoro qualificato che vi è tra i giovani e sarebbe un formidabile segnale di ripresa e di lotta alla disoccupazione giovanile. Ciò consentirebbe anche di ricreare quel naturale mix tra esperienza ed entusiasmo che è proprio di ogni buon ambiente lavorativo. La mobilità da altre amministrazioni, che con grande lentezza sta avvenendo, sinora è servita a stento a rimpiazzare chi nel frattempo è andato in pensione, e sarà essenziale per tamponare il turn over avutosi e in programma nei prossimi 18 mesi (tempo minimo per effettuare i concorsi), ma non può essere risolutiva per il numero insufficiente dei dipendenti in mobilità, per la loro età e per la stessa allocazione molto diversificata sul territorio nazionale.
Perché le realtà che esistono sul territorio sono profondamente diverse. Si parla di scopertura degli organici come se fosse una situazione omogenea su scala nazionale, ma non è così. Tutt’oggi vi sono almeno 50 uffici con organico pieno o addirittura sopra organico, mentre nel resto d’Italia si oscilla su scoperture assai diversificate che arrivano al 50 per cento.
Non solo, ma questo si inserisce in un quadro in cui gli organici sia del personale giudiziario che dei magistrati sono il frutto casuale di stratificazioni nel tempo e non hanno nulla a che fare né con la razionalità, né con l’equità, né con le esigenze del servizio.
Alcuni esempi, tutti tratti dai censimenti ministeriali:
– il rapporto tra magistrati e personale amministrativo, che in uffici dello stesso tipo dovrebbe essere tendenzialmente eguale, nei tribunali oscilla tra i 2,52 di Milano e i 6,60 di Sulmona (ovvero ogni magistrato 2,52 o 6,60 addetti amministrativi), mentre nelle Corti di Appello tra i 1,63 di Napoli e i 3,63 di Campobasso;
– il rapporto tra Pm e giudici che dovrebbe essere contenuto in una forbice ragionevole, oscilla tra l’1,83 di Belluno e i 3,43 di Monza, senza che ciò discenda, come si potrebbe pensare dalla presenza di criminalità organizzata, se Nola ha uno dei rapporti meno favorevoli per la Procura con un rapporto di 3,13;
– i carichi di lavoro sopravvenuti annualmente per ogni magistrato presente, sia pure agendo con macrodati che sommano penale e civile, porta a differenze abissali tra i 299,19 di Caltanissetta e i 1.857,50 di Sulmona ogni magistrato;
– idem per i carichi di lavoro per addetto amministrativo nei Tribunali che variano tra i 192 di Lanusei e i 416 di Tivoli nel settore civile e tra i 48 di Spoleto e i 364 di Brescia nel penale.
Tali ultimi dati ovviamente non tengono conto della formidabile zavorra data dall’arretrato che ovviamente pesa, su magistrati e personale diversamente da ufficio a ufficio e che deve essere affrontato con un piano straordinario mirato. Le nuove assunzioni devono quindi anche accompagnarsi ad un piano di razionalizzazione che riveda radicalmente queste incongruenze facendo sì che organici e presenze rispondano ad elementari ragioni di equità e di risposta di giustizia nei diversi territori.
È vero, come più volte ha affermato il ministro, che non vi è un rapporto biunivoco tra copertura degli organici e rendimento di un ufficio, essendovi altre variabili, come l’organizzazione e la leadership, ma siamo arrivati ad un punto critico in cui i risultati positivi raggiunti in molte sedi rischiano di essere travolti perché si è ormai raggiunta quella soglia che non consente più il regolare funzionamento del servizio. Solo nuove assunzioni ed un’equilibrata distribuzione sul territorio, eliminando le anomalie e le disparità esistenti, possono consolidare i risultati raggiunti e dare nuovo entusiasmo e nuove grandi possibilità alla nostra giustizia.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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