IL CORRIERE DELLA SERA
Pistola o machete, l’arresto è una roulette
di Lugi Ferrarella
Se uno gira per strada con una pistola senza porto d`armi, lo arrestano.
Ma se uno gira per strada con un machete o un`ascia o un coltellaccio,
non può essere arrestato per il porto «senza giustificato motivo» di queste armi bianche, e va incontro solo a una contravvenzione.
A lungo non è stato un gran problema: un po` perché il buon senso (e persino la salute mentale) assisteva ancora la maggior parte della popolazione (compresa quella eventualmente deviante); e un po` perché la legislazione italiana in materia di armi, risalendo al 1975, comprensibilmente
guardava alle P38 e ai Kalashnikov degli anni di piombo. Ma da tempo – e ben prima del 17enne che in Germania ispirandosi alla propaganda jihadista ha ucciso tre persone aggredendo i passeggeri di un treno con un machete – si sono moltiplicati gli scontri fra tifosi, le risse notturne, le liti fra automobilisti, i duelli tra sempre più violente bande rivali di «latinos».
E proprio prendendo spunto dalla coltellata mortale sferrata su un tram da un 2oenne membro di una gang giovanile salvadoregna a un Benne albanese reo
soltanto di aver difeso dallo sgozzamento un suo amico sudamericano, il giudice milanese Ambrogio Moccia ora scrive di dover «sottolineare
una volta di più l`inquietante incongruenza nella legislazione, assai grave perché si traduce nell`indebolimento, se non vanificazione, dell`opera di prevenzione». E suggerisce un «ammodernamento funzionale» della legislazione «in termini proporzionali al crescendo delinquenziale» che le cronache segnalano: «Appare oggi clamorosamente contrario alle esigenze della sicurezza sociale che il soggetto sorpreso dalla Polizia mentre porta in luogo pubblico e senza giustificato motivo un coltello, un taglierino, ma anche una scure o un machete, si renda responsabile di una mera contravvenzione (!) e non sia minimamente passibile di arresto, neanche quando risulti evidente la pericolosità del porto».