IL FATTO QUOTIDIANO
Ultime dal Csm: pure il Massimario diviso per correnti
di Bruno Tinti
Vi ricordate di Giorgio Gaber e della sua immortale Libertà è partecipazione?
I magistrati ne stanno discutendo in questo periodo. Il Csm ne ha fatta un`altra delle sue, decine di nomine in posti ambiti (l`ufficio del Massimario
a Roma, non proprio un lavoro da prima linea) decise a pacchetto: 50 magistrati, ripartiti per appartenenza correntizia e in numero proporzionale al “peso” della corrente, portati al Plenum; prendere o lasciare. Ovviamente, trattandosi di pacchetto confezionato dalle correnti, tutte lo hanno votato e il Plenum ha “preso”. Di merito, professionalità, attitudini non se ne è proprio parlato; nessuno sa con quale criterio i 50 siano stati scelti tra i 500 che avevano fatto domanda.
Allo sdegno dei peones spalatori di fascicoli che, con toni effettivamente vivaci, hanno preso per gli stracci i colleghi correntizzati e correntocrati si è opposto un gesuitico argomentare. Caro collega i tuoi toni sono inaccettabili.
E qui la maggioranza si è acquietata: in effetti dare del miserabile a chi compie atti miserabili ha il magico effetto di renderli non più miserabili.
Alcuni hanno riconosciuto che la critica non era infondata. Ma, caro collega, stiamo lavorando perché quanto tu lamenti non accada ancora. E poi: perché, invece di criticare, non vieni con noi a cambiare le cose dall`interno?
SE PRIMA i toni erano vivaci, a questo punto sono diventati aggressivi. Chi può essere così imbecille da criticare il tono e ignorare il fatto? Mai sentito parlare dello stolto, del dito e della luna? E chi, con somma improntitudine, può far finta di dimenticare che porcherie del genere accadono da 40 anni o giù di lì e che giustificarsi con il “ci stiamo lavorando” significa prendere per il culo i colleghi non correntizzati? Ma peggio di tutto è stato il supponente invito a partecipare per “cambiare le cose dall`interno”. Criticare, suggerire, ingiuriare perfino, è partecipare. Significa proporre alternative, svelare la vera natura di quelli che hanno accettato (in realtà cercato) un ruolo pubblico di gestione, amministrativo o politico. Significa consentire ai gestiti di conoscere i criteri della gestione cui sono sottoposti. E dunque offrire la possibilità di scelte nuove ai gestori onesti e di individuare e allontanare i disonesti.
Questa è partecipazione, non certo quella, pelosamente suggerita, di intrupparsi in un gruppo di potere e, protetti da omertà e complicità, curare gli interessi propri e dei propri clienti.
Ma poi, ancora hanno il coraggio di proporsi come riformatori? Non fate la rivoluzione, venite con noi a “cambiare le cose dall`interno”. Nel precedente Csm, Area (gruppo composto da Md e movimento, le correnti di “sinistra”) cooptò Aniello Nappi, giudice di Cassazione, estraneo alle correnti. Dopo pochi mesi lo espulsero dal gruppo: si rifiutava di votare le delibere che non condivideva. E comunque, dissociarsi pubblicamente dalle porcherie, non votarle, espellere dal gruppo e dal Csm chi le fa, sarebbe il minimo per “cambiare le cose dall`interno”. Mai successo. Tutto ciò dovrebbe ricordare qualcosa. Così funziona il Parlamento. E il sistema non cambierà fino a quando correntizzati, correntocrati e disonorevoli non saranno eliminati. Come? Con la “partecipazione”. Svelando miserie e crimini, fino a convincere i “gestiti”, i cittadini, che di questa gente non se ne può più, che bisogna raggiungere una massa critica di persone perbene. È per questo che mi piace
così tanto il mestiere che faccio adesso; molto di più di quello che facevo prima.