IL MESSAGGERO
L’intervento
Ecco come la buona giustizia aiuta lo sviluppo dell`impresa
di Paola Severino
L’applauditissimo discorso del nuovo presidente della Confindustria in occasione dell`annuale assemblea svoltasi ieri a Roma è stato veramente ricco di spunti economici, sociologici, europeistici e giuridici. Mi soffermerò, come è naturale per la mia specifica esperienza, su alcune considerazioni in materia di diritto e di legislazione.
In primo luogo, vorrei commentare l`invito formulato dal presidente Vincenzo Boccia a considerare che «le riforme non hanno un nome ma
un oggetto». «Non conta chi le fa, ma come sono fatte». Veniamo da un lungo periodo in cui le contrapposizioni politiche ed ideologiche hanno finito per
etichettare le norme come “leggi a favore di”, oppure “leggi contro di”.
Sentire affermare nuovamente il primato della legge come provvedimento generale ed astratto, destinato a disciplinare un numero indeterminato di situazioni, da valutare per la qualità degli interessi diffusi che tutela e per il modo con cui è costruita da un punto di vista tecnico, assume oggi il significato di un invito a superare schieramenti e strumentalizzazioni politiche per andare invece alla sostanza delle cose.
In secondo luogo, vorrei condividere l`esortazione che «fin dalle scuole si
insegnino, con l`educazione civica, il valore del fare, i principi dell`economia,
il ruolo dell`impresa e dell`industria». Già alcuni anni fa scrissi, proprio sulle
pagine di questo quotidiano, che l`illegalità si combatte più efficacemente se fin dai primi insegnamenti scolastici essa viene additata come una delle piaghe più infette e ostacolanti la crescita economica e lo sviluppo di un Paese. La mia successiva esperienza come Ministro della Giustizia mi ha poi
consentito di constatare che nei Paesi in cui il fenomeno della corruzione
viene combattuto anche attraverso l`insegnamento scolastico, gli effetti
che ne derivano, in termini di esecrazione sociale (prima ancora che giuridica), sono di un sensibile abbattimento del fenomeno criminoso.
Considero quindi molto significativo il fatto che ieri, nella più importante
Assemblea di imprenditori italiani, alla presenza del Ministro dell`Istruzione, si sia tornati a parlare di educazione, anche scolastica, alle regole di una sana
convivenza civile. È altrettanto importante che si sia poi sottolineato come l`illegalità vada sempre punita, e «prima che nelle aule dei tribunali, vada punita socialmente». Con un conseguente e fermo invito ad «isolare chi viola il patto sociale, frena il progresso economico oltre che civile del Paese, fa concorrenza sleale», sostituendo ai risultati del merito i frutti avvelenati del pagamento di tangenti.
Infine, last but not least, si è parlato di rapporti non conflittuali tra istituzioni
e imprese, di trasfusione della cultura economica nei modelli organizzativi
della pubblica amministrazione (il tema è poi stato efficacemente ripreso
nell`appassionata relazione del neo Ministro per lo Sviluppo Economico),
di relazioni tra giustizia ed economia. E da tempo che si argomenta,
condivisibilmente, come una buona giustizia favorisca un migliore sviluppo
dell`economia. I valori della certezza del diritto, della tendenziale prevedibilità delle decisioni giudiziarie, dell`auspicabile contenimento della
discrezionalità nelle pronunce rappresentano ineludibili componenti della valutazione da parte di un`impresa sulla opportunità di investire in un Paese. L`esperimento del Tribunale delle imprese, varato nel 2012, sta dando i primi importanti risultati in termini sia di qualità delle sentenze, sia di contenimento dei tempi del giudizio. Ciò è avvenuto grazie alla concentrazione di processi presso giudici specializzati e quindi tendenti
ad emettere sentenze più omogenee ed a seguito di processi già oggi più brevi
rispetto alla media europea. All`invito del Presidente Boccia a far sì «che
l`esercizio del diritto non sia più un`impresa» farei seguire la sollecitazione a che si amplino le competenze del Tribunale delle imprese, si dia ad esso un assetto più stabile, si estenda magari il suo campo di cognizione anche al diritto penale dell`economia, in modo da creare un foro giudiziario specialistico per una materia sempre più specialistica.
Vorrei chiudere con un`ultima notazione: ai toni spesso critici ed unicamente demolitivi cui la strumentalizzazione politica ci ha abituati, si sono sostituiti suggerimenti utili e costruttivi, come quello formulato in sede di Assemblea dal Ministro dei Beni Culturali, di trasformare il buon cibo italiano, l`eleganza della moda italiana, gli straordinari siti archeologici italiani in un volano per la crescita economica del nostro bel Paese.
Credo proprio che in un momento di crisi finanziaria e di inquietudine
sociale come quello che stiamo affrontando, l`Italia e gli italiani abbiano bisogno di concrete indicazioni e di meditati incoraggiamenti, del genere di quelli ché abbiamo ascoltato ieri in Confindustria.