L’UNITA’
Il reato di tortura non può più aspettare
di Eugenio Gialli – Presidente Consiglio Regionale Toscana
mar.29 – Il nostro Paese deve decidersi ad introdurre nel proprio ordinamento penale il reato di tortura. La legge c`è, ma è ferma ormai da
mesi al Senato, non facciamola cadere nel dimenticatolo. Il perché è presto detto: punire tortura e altre pene o trattamenti crudeli è un grande valore umano e sociale. È veramente il momento che l`Italia si allinei con numerosi altri ordinamenti di Paesi esteri su quello che sento essere, come Presidente del Consiglio regionale della Toscana, un diritto di civiltà. La Toscana è il primo Stato al mondo, con il Granduca Pietro Leopoldo, ad aver abolito il 30 novembre de11786 la pena di morte e la tortura, ma, in merito a quest`ultima, ancora oggi nel nostro codice penale manca una forma coercitiva per chi nei fatti la pratichi. Con la Festa della Toscana ricordiamo questo evento, ma anche latgura di Pietro Leopoldo, che inquadrò l`abolizione della pena capitale all`interno di un grande disegno riformatore. Un disegno che comprendeva anche l`abolizione della tortura.
Numerosi atti internazionali prevedono che nessuno possa essere sottoposto a
tortura né a pene o trattamenti inumani e degradanti: tra gli altri cito la Convenzione di Ginevra de11949 relativa al trattamento dei prigionieri di guerra; la Convenzione europea dei diritti dell`uomo del 1950;
• la Dichiarazione universale dei diritti dell`uomo del 1948; il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici del 1966; la Carta dei diritti fondamentali dell`Unione europea del 2000; la Convenzione ONU del 1984 contro la tortura ed altri trattamenti e pene crudeli, inumane e degradanti,
ratificata dall`Italia con la legge n. 489/1988. La maggior parte di tali atti si limita a proibire la tortura ma non ne fornisce una specifica definizione.
In Francia la pena massima per il reato di tortura è l`ergastolo, nel Regno
Unito idem. In Spagna sono sei anni. In Italia la pena massima non esiste. E
neanche quella minima. Da tostano, da Presidente del Consiglio della Regione
che per prima al mondo ha visto abolire la pena di morte e la tortura, sento il
dovere di battermi per cambiare le cose.