IL FATTO QUOTIDIANO
Processo civile, la montagna e il solito topolino
di Bruno Tinti
La commissione Giustizia ha detto sì al ddl per la riforma del processo civile. La relazione che lo accompagna contiene le critiche e le proposte che sono apparse su questo giornale a far data dal 2014, in una serie di articoli che
ho scritto sull`argomento. Il che è una bella soddisfazione: che il processo
civile sia “un rito farraginoso”, che lo scambio di memorie tra gli avvocati prima di iniziare l`istruttoria sia una inutile perdita di tempo (tra 9 mesi e un anno), che chi si imbarca in una causa sapendo di avere torto deve essere sanzionato con multe pesantissime; tutto ciò non è più solo il parere di un ex magistrato che ce l`ha con gli avvocati, lo dice il governo della Repubblica.
E TUTTAVIA non mi aspetto molto di buono. Al contrario della relazione, il testo del futuro ddl è misero. Risolvere i problemi del processo civile in primo grado delegando il governo a “garantire la ragionevole durata del processo, in particolare mediante la revisione della disciplina delle fasi di trattazione e di rimessione in decisione nonché la rimodulazione dei termini processuali” dà tanto l`idea di una montagna che ha partorito un topolino. Risultato probabilmente non casuale poiché tutti sanno benissimo che abolire il carosello delle memorie pre e post istruttoria è ipotesi che farà insorgere
l`avvocatura; sicché una delega sostanzialmente priva di contenuto è proprio
quello che ci vuole per evitare rogne: la legge vera – vedrete – sarà un`altra cosa…
E poi il solito problema: “All`attuazione delle disposizioni della presente legge
si provvede nell`ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Ora, accorciare i tempi dei processi è un`ottima cosa: però questo significa che il numero di sentenze da scrivere in un anno aumenterà; anche di molto, se i tempi si accorciano di molto. E chi le scriverà? Oggi la media è sulle 200 sentenze all`anno per magistrato. In un anno ci sono circa 270 giornate lavorative, compresi i sabati e al netto delle ferie (30 gg anche per i magistrati, adesso). Dunque, già nella situazione attuale, si scrivono 1, … sentenze al giorno, lavoro cui vanno aggiunte le udienze.
Quando i processi maturi per la sentenza saranno 400 o più invece di 200, chi le scriverà tante sentenze?
DUNQUE, È OVVIO, serviranno più giudici; che non ci saranno per via della clausola di invarianza finanziaria. Ancora. Non ha nessun senso sproloquiare sulla istituzione presso i Tribunali di Sezioni specializzate per la famiglia che dovrebbero comprendere anche gli attuali Tribunali per i minorenni: è solo un cambio di etichetta. Le Sezioni famiglia ci sono già; i Tribunali per i minorenni diventeranno anche loro Sezione specializzata, a competenza invariata. Una riforma di facciata, priva di contenuto concreto: stessi giudici, stesso lavoro. Infine, un pessimo segnale: i Tribunali delle Imprese passano da 9 a 21, anche in questo caso utilizzando i giudici già esistenti. Erano
nati per concentrare professionalità e competenze specifiche in un settore
molto difficile e complesso. Guarda caso aumentano. Dunque più magistrati
presidenti e più avvocati con studio nel territorio dove hanno sede questi Tribunali, il che vuol dire più occasioni di lavoro.
Comunque è solo un disegno di legge delega; magari sono critiche premature.
Però a pensar male …