L’INTERVENTO/3: Il solco di Davigo e la spada di Rizzo di Arturo Diaconale (L’Opinione delle Libertà)

L’OPINIONE DELLE LIBERTA’

Il solco di Davigo e la spada di Rizzo

di Arturo Diaconale

Lo schema che si applica è quello rural-militare di conio mussoliniano. Al posto dell`aratro e della spada ci sono la magistratura e la stampa fiancheggiatrice, ma il meccanismo è lo stesso: è la magistratura che traccia il solco ed è la stampa che lo difende.
L`ultimo esempio di questo schema viene dal solco tracciato da Piercamillo Davigo nella sua funzione di presidente dell`Associazione Nazionale Magistrati e dalla spada di uno dei più ferventi e tenaci moralizzatori mediatici della scena pubblica italiana, cioè dal coautore de “La Casta” e commentatore inquisitorio del Corriere della Sera, Sergio Rizzo.
Davigo, impegnato nel riprendere vent`anni dopo il suo disegno di rigirare
l`Italia come un calzino, dichiara che il nuovo solco tra legalità e corruzione non può essere quello del reato penale e delle sentenze di condanna, ma quello della valutazione morale su comportamenti che pur non essendo penalmente rilevanti vanno considerati eticamente “orribili”. E subito sul Corriere della Sera Sergio Rizzo imbraccia la sua spada per difendere la teorizzazione fatta da Davigo della fine dilla presunzione d`innocenza e dello Stato di Diritto e l`avvento della Repubblica etica, lanciando la richiesta che
prima dei processi e delle sentenze sia un codice etico a fissare il confine tra i comportamenti accettabili e quelli censurabili di chi ha responsabilità politiche od amministrative.
Il solco di Davigo e la spada di Rizzo hanno una caratteristica che è un perno indispensabile di un qualsiasi Stato totalitario, ma che è un difetto
mortale per qualsiasi Stato di Diritto e qualsiasi democrazia liberale. Attribuiscono il compito di fissare ed attivare il codice etico che dovrebbe precedere qualsiasi giudizio penale a probiviri non meglio definiti. Cioè ad un numero ristretto di persone virtuose a cui delegare il ruolo di guardiani dell`etica e della morale ed artefici di fatto della classe dirigente del Paese.
Chi sarebbero queste persone virtuose? Non c`è bisogno di particolare acume nel presumere che al vertice dei questa casta di illuminati Davigo e Rizzo vedano loro stessi. Il primo a stabilire le regole di un codice dai confini
imprecisati e comunque legati alle emergenze di volta in volta prescelte dai supremi. Il secondo a denunciare chi pecca in pensiero, opere ed omissioni a seconda delle necessità e delle circostanze.
Esempi di megalomania e presunzione? Niente affatto. Semplice espressione della normalità di funzionamento del cosiddetto circuito mediatico-giudiziario!

Foto del profilo di Andrea Gentile

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