IL FATTO QUOTIDIANO
Finché i nemici sono questi magistrati caro Renzi, non mi preoccuperei troppo
di Enrico Deaglio
Nella commedia politica italiana, spesso alla ricerca di Salvatori, dopo i comici, gli industriali, i teppisti, oggi – maggio 2016 – il palcoscenico è dei magistrati. I magistrati italiani si sono autodefiniti la «morale superiore», lo «spirito della Costituzione» e ci tengono molto a farlo sapere. Ha cominciato Piercamillo Davigo, che 24 anni fa fu un pm della famosa Mani Pulite, quella – parole sue – che doveva «rovesciare l`Italia come un calzino»; quella che – sempre parole sue – scoprì la «madre di tutte le tangenti», ma curiosamente non si accorse delle straordinarie attività criminali di Silvio Berlusconi, che pure aveva sotto casa. Il nuovo capo dell`Associazione nazionale magistrati, dichiaratamente di destra, è stato eletto coi voti dei magistrati di sinistra e ha immediatamente attaccato il primo ministro Renzi. Attento!, gli ha detto, ti curo! Io lo so bene, «la politica» è il centro della corruzione. E la stanerò, intercettando i vostri respiri e addirittura mandano agenti provocatori nelle sedi di partito. Forte, Davigo. Diventerà un politico anche lui, come il suo vecchio collega Antonio Di Pietro? Speriamo di no; la biografia dell`eroe del Molise purtroppo grottesca – dovrebbe farlo riflettere. Non sembra che la lezione sia stata imparata da un altro pm, Luigi De Magistris, diventato sindaco di Napoli sull`onda delle sue «coraggiose inchieste» sulla corruzione politica.
Furono decisamente poca (e oscura) cosa, ma l`uomo è diventato un personaggio carismatico e ora, in un pubblico comizio, ha scandito: «Reni, ti devi cacare sotto! Càcati sotto, Renzi!».
Probabile che venga rieletto. Non poteva mancare la voce della potente magistratura siciliana. Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, uno degli ultimi della «stagione d`oro» (è stato il pm che, pur avendo in mano il testimone del bacio Andreotti-Riina, riuscì a perdere il processo del
secolo, mentre il depistaggio sulla morte di Borsellino va avanti da sé),
ha fatto sentire alta la voce contro la politica renziana che «organizza
la reingegnerizzazione oligarchica del potere liberista e globalista
a danno del sovranismo». Parole così forti, da far apparire ragionevoli
i tempi di Antonio Ingroia, che si era limitato a proporsi come leader
politico nazionale a capo di «Rivoluzione Civile». Erano tempi, peraltro, in cui esisteva ancora l`Antimafia. Vabbè, però i magistrati parlano con le sentenze, scolpite nel marmo. Scolpireste questa? Nei rivoli dell`ormai decennale processo kolossal sulle malefatte sessuali dell`ex premier (da cui, peraltro, lo
stesso è stato assolto), il tribunale di Bari ha condannato gli imputati
perché fornivano a Berlusconi «donne che acconsentivano a soddisfarne anche le più perverse pulsioni erotiche addirittura attraverso la consumazione di rapporti saffici». Ahi, ahi. Come si consumano i rapporti saffici?
Conclusione. Se fossi Renzi… Se questi sono i nemici – per adesso, almeno – non mi cacherei sotto.