IL FATTO QUOTIDIANO
Giustizia, urge riforma radicale
di Antonio Esposito
sab. 1 – Una nuova legge sul processo penale, approvata dalla Camera, è in discussione al Senato e sembra che il governo intenda mettere la immancabile “fiducia”. Si tratta dell`ennesima “leggina” che modifica, tra l`altro, l`archiviazione, l`appello, il ricorso per Cassazione, la partecipazione a distanza all`udienza dell`imputato detenuto; prevede altresì la delega al governo per la riforma delle intercettazioni al fine di garantire la riservatezza delle conversazioni delle persone “occasionalmente coinvolte
nel procedimento”, nonché disposizioni di ordinamento penitenziario.
Al progetto è stata abbinata una nuova disciplina della prescrizione. La netta impressione è che le modifiche proposte, aldilà di qualche utilità marginale, non solo aumenteranno la confusione, ma incideranno ben poco sulla
gravissima crisi del processo penale” che si manifesta già dalle indagini preliminari. In questa fase esso appare come un Giano bifronte: metà
accusatorio, con il monopolio dell`azione penale del pm che ricerca
in piena autonomia le prove contro l`imputato e metà inquisitorio,
con gli interventi del gip, del Riesame e del gup. i quali decidono
sulla fondatezza delle prove raccolte, sulla custodia cautelare e sul
destino dell`inchiesta.
Questa complessa procedura è la prima causa degli enormi ritardi della giustizia penale. Ora il “Sistema giustizia” non funziona per responsabilità dei
governi e delle forze politiche che da molti anni in Parlamento coltivano l`illusione di far ripartire con ricorrenti rattoppi un motore bloccato, tanto più che difettano persino le unità di personale per farlo girare “al minimo”: infatti, secondo la Cgil, mancano 6.000 cancellieri e segretari, mentre, per
il Csm, mancano ben 1.113 magistrati tra giudicanti e pm.
VISTI I RISULTATI fallimentari della incredibile stratificazione legislativa
abbattutasi sul codice di procedura, con numerose declaratorie di incostituzionalità della Corte Costituzionale, occorre ormai chiedersi se non sia giunta l`ora di voltare decisamente pagina smantellando alla radice l`attuale apparato normativo.
Basterebbero pochissime ma decisive innovazioni, quali: 1) Soppressione di gip, gup e Tribunale del Riesame e istituzione del “Giudice delle Garanzie” (collegiale) che interroga l`arrestato e controlla la legalità dell`arresto,
autorizza (e revoca) la custodia cautelare e i sequestri; autorizza le perquisizioni, le intercettazioni e la raccolta delle prove irripetibili;
decide di accogliere o rigettare la richiesta del pm di archiviazione
dell`inchiesta.
2) Immediato ricorso per Cassazione contro le misure coercitive (arresti e sequestri), solo per violazione di legge.
3) Tempestivo avviso all`indagato di natura emotivi dell`accusa; limiti temporali alle indagini del pm commisurati alle esigenze di acquisizione delle prove, di durata maggiore per i delitti di terrorismo, criminalità
organizzata e contro la P.A.
4) All`esito delle indagini: interrogatorio dell`indagato assistito dal difensore, da parte del pm., il quale, ove non ritenga di chiedere l`archiviazione, deposita il fascicolo delle indagini svolte e delle prove raccolte chiedendo il rinvio a giudizio;
5) Nel dibattimento:
a) in apertura, contestazione pubblica dell`imputazione e delle prove di accusa e replica della difesa con l`indicazione delle prove a
discolpa dell` imputato;
b) verifica preliminare della ammissibilità delle prove;
c) arresto e condanna immediata dei testimoni falsi per il (nuovo)
delitto di “Oltraggio alla Giustizia”;
6) previsione di termini ordinatori di durata per ogni processo e per ogni grado di giudizio;
7) Decorrenza della prescrizione dalla data della scoperta del reato e cessazione con la richiesta di rinvio a giudizio, ovvero, in subordine, con la pronuncia della sentenza di primo grado;
8) Comunicazioni e notifiche esclusivamente per via telematica;
9) Sanzioni disciplinari per il pm che abbia ripetutamente promosso
azioni penali giudicate dal Tribunale prive di fondamento, e per il
difensore che abbia sollevato reiterate, ingiustificate eccezioni procedurali al solo scopo di ritardare il corso del giudizio.
PARALLELAMENTE serve una riflessione sul problema della separazione
delle carriere tra pm e giudici, tenuto conto che, essendo quello accusatorio un processo di parti, sarebbe consequenziale (come auspicava nel 1991 Giovanni Falcone che, sin da allora, denunciava l`insufficiente decollo del
nuovo processo penale) separare il pm dall`attuale assetto unitario della magistratura per collocarlo sempre all`interno dell`Ordine giudiziario – in una distinta struttura organizzativa e funzionale, ferme restando le garanzie stabilite nei suoi riguardi dall`Ordinamento giudiziario.