IL MATTINO
Il caso, l`intervista
Bonajuto: «Il Memoriale non basta via al museo della legalità»
L`appello di Bonajuto: insieme per ridare vita a Castelcapuano
Da due mesi è in pensione, ma l`ex presidente della Corte d`appello di Napoli, Antonio Bonajuto, è ancora di più intenzionato a impegnarsi su un suo cavallo di battaglia: la valorizzazione di Castelcapuano. Sede del tribunale
di Napoli dal 1540 per volere del viceré don Pedro da Toledo, il castello lo
rimase fino al 1995. È monumento memoria della città. Poco meno di cinque
anni fa, nasceva la Fondazione sarà elaborata Castelcapuano, che aveva tra i principali promotori proprio l`allora presidente della Corte d’Appello Bonajuto che ne presiede il comitato scientifico. Una Fondazione in attesa di decollo e, soprattutto, con alcune idee da sviluppare sull`utilizzo dell`antico castello-tribunale.
Presidente Bonajuto, cosa ne sarà di Castelcapuano? «Noi abbiamo le idee chiare, le nostre proposte. So che la nascita della Fondazione, voluta con forza da avvocati, docenti universitari e magistrati, ha evitato che il
monumento demaniale, affidato in concessione al ministero della Giustizia, andasse incontro al degrado dopo il trasferimento dell`attività giudiziaria al centro direzionale».
Un pericolo concreto? «Direi proprio di sì. Basta vedere la
condizione in cui versa la ex sede della Pretura, l`ex carcere San Francesco in
piazza Leone, oggi sprangato e in sfacelo. Castelcapuano è invece luogo vivo,
con potenzialità culturali».
In che senso dice che è luogo vivo? «È sede degli esami orali di avvocato,
ma anche del consiglio giudiziario, dell`ufficio usi civici, di alcuni archivi
e del deposito reperti. Insomma, pur non essendo più luogo dove si amministra giustizia, ha conservato alcuni uffici giudiziari. Da tre anni, la
Fondazione vi organizza un affollato concerto di Natale. Il 21 dicembre
scorso c`erano 600 persone».
La Fondazione segna il passo: come mai non vengono promosse
iniziative? «La Fondazione era presieduta all`inizio da Floretta Rolleri,
responsabile della struttura di gestione degli Uffici giudiziari a Napoli. Io ritenni di non poterne essere presidente, per incompatibilità con il mio incarico giudiziario nel distretto. Quando la collega Rolleri andò in pensione, nel febbraio del 2013, il ministero lasciò la carica vacante per diversi mesi. Poi
è stato nominato l`ex rettore Massimo Marrelli».
Vero che Marelli potrebbe dimettersi? «Sembra la sua intenzione, ma va chiesto a lui».
Vero che lei potrebbe essere nominato nuovo presidente della
Fondazione? «Questa è una decisione che spetta al ministro della Giustizia. Se così fosse, metterei tutto l`impegno e la passione di chi crede nella tutela e
valorizzazione di questa importante struttura cittadina».
Quando si riunirà il comitato scientifico della Fondazione? «La prossima riunione è fissata per il 24 marzo. Abbiamo intenzione di
ridare vigore e pubblicità alla nostra attività. Lo sa, ad esempio, che èoperativa la destinazione del cinque per mille nelle dichiarazione dei
redditi a favore della Fondazione? Consentirebbe liquidità in bilancio.
La Fondazione è nata con molti sacrifici, per mettere insieme il deposito dei 55mila euro previsti dalla legge per costituirla».
Qual è il progetto principale della Fondazione? «Un`idea che ha avuto tra i principali artefici il professore Franco Amarelli, docente all`Università federiciana. La la città della legge, che potrebbe realizzarsi proprio a Castelcapuano».
Di che si tratta? «Secondo le nostre idee, dovrebbe essere un percorso, anche interattivo se ce ne saranno le possibilità, con installazioni e pannelli che dovranno illustrare l`evoluzione del diritto nel tempo. Particolare attenzione, naturalmente, al Mezzogiorno e a Napoli. Penso, ad esempio, alle
successioni di norme e codici nell`avvicendarsi di dinastie regnanti nel Sud».
Storia della legge per raccontare anche la storia di Napoli e del Sud? «Perché no. Castelcapuano è un grande contenitore di memoria. Un
progetto di questo tipo potrebbe portare benefici al centro storico, alla rivitalizzazione di un`area che, dopo lo spostamento delle attività giudiziarie, si è spenta».
Con quali soldi si dovrebbe realizzare quest`idea? «Una cosa alla volta. Bisognerà innanzitutto ottenere dal ministero gli spazi necessari nel castello per realizzare il progetto. Poi, i passaggi successivi. Credo molto alle sinergie, come ha dimostrato la nascita della Fondazione che è stata possibile solo dalla collaborazione tra magistrati, avvocati e docenti».
Come si concilia l`idea della città della legge con quella di un
memoriale sulle vittime della criminalità? «Sono convinto che il memoriale possa essere parte della città della legge, magari la parte conclusiva del percorso. Ne ho parlato anche con l`assessore Alessandra Clemente. Ancora una volta, solo le sinergie possono portare ad un traguardo
condiviso».
E le polemiche tra Comune e ministero sui finanziamenti al progetto del memoriale? «Non entro nelle polemiche politiche, specie in periodi vicini ad elezioni. Sono convinto, invece, che sarebbe necessario ampliare l`utilizzo di un luogo di memoria come Castelcapuano.
Allargare il progetto. Se venisse conosciuta la possibilità di destinare il cinque
per mille alla Fondazione e se molti lo faranno, si potrebbe partire da una base di fondi da ampliare successivamente, attraverso un progetto complessivo concreto».
Vi siete dati il 24 marzo come data per ripartire? «Di sicuro il 24 si riunirà il comitato scientifico, che metterà sulla carta le sue idee. Poi, naturalmente, dovrà essere la Fondazione nei suoi organi esecutivi a recepire le proposte. Insomma, credo sia necessario ridare vitalità alla Fondazione.
Castelcapuano deve vivere e può diventare luogo prezioso per la città».
Gigi Di Fiore