LA REPUBBLICA
Raffaele Cantone. L`emozione del magistrato per la cena alla Casa
Bianca. “Ero lì per dimostrare che non nascondiamo i nostri problemi”
Cantone: “Invitato per la mia lotta ai corrotti l`Italia è rispettata negli States”
ROMA. «Un`avventura che ancora adesso mi sembra un sogno». Dice così Raffaele Cantone appena atterrato a Pratica di Mare da Washington. Stanco «per venti ore di volo in due giorni», e pure un po` restio a raccontare il
viaggio con Renzi e gli “invitati speciali” alla cena negli Usa. Poi la sorpresa per l`invito e l`onore di essere lì sciolgono il presidente dell`Autorità Anticorruzione: «Ricevere un cartoncino dal presidente degli Stati Uniti
con la sua firma, stringergli la mano e parlargli, cenare alla Casa Bianca, sentire dalle sue parole la considerazione che c`è per il nostro Paese… Sì, sono stati due giorni imprevedibili e indimenticabili».
Ce li racconti allora, a cominciare dalla telefonata di Renzi. Se l`aspettava? «Se devo dire la verità sono rimasto davvero a bocca aperta. Renzi mi aveva anticipato che ci poteva essere la possibilità di questo invito, ma non ci avevo voluto credere, anche se la sola idea mi entusiasmava perché dimostrava l`importanza della figura istituzionale che ricopro e l`interesse verso la lotta alla corruzione. Poi venerdì sera tardi ecco la conferma che l`invito c`era. Era proprio lì, tra la posta in arrivo: un messaggio di Obama che ovviamente conserverò per sempre».
Cos`ha provato quando l`ha letto? «Posso confessarglielo? Un brivido di paura, perché c`era scritto che era obbligatorio indossare lo smoking alla cena, un abito che normalmente non utilizzo e che non avevo. Era venerdì sera e lunedì mattina dovevo partire. Panico. Mi ha salvato il mio negozio di
Grumo Nevano dove compro gli abiti. Hanno fatto un miracolo, ne hanno recuperato uno per la mia taglia, qualche correzione e sabato era pronto, farfallino e gemelli compresi…».
È partito tranquillo. Volo con Renzi? «Sì, all`andata, lui, la moglie Agnese, e una parte degli altri ospiti, il grande Benigni e Bebe Vio, una ragazza incredibile, che mi ha fatto un`impressione enorme, mi ha dato una lezione che tutti i giovani dovrebbero condividere, sprizza umanità e gioia di vita…».
E Renzi? Ha parlato con lui? «Certo, anche se il premier ha lavorato molto. Ma abbiamo discusso di tante cose. Mi ha spiegato il senso della mia presenza negli Usa, mostrare che l`Italia non mette la polvere sotto il tappeto, ma affronta i problemi che ha, come la corruzione, e cerca risolverli».
E la moglie Agnese? «Abbiamo condiviso l`esperienza di vivere improvvisamente una vita blindata».
Washington, guardiamo il film di queste 24 ore. «Una cena nella nostra ambasciata con tantissimi invitati, tra cui Marchionne. E lì ho cominciato a cogliere la considerazione che c`è verso l`Italia. Un`impressione confermata il giorno dopo, durante la cerimonia con i 19 colpi di cannone, i soldati in divisa d`epoca, le parole di Renzi e Obama sull`importanza dell`incontro».
E la colazione ufficiale? «Eh no, quella l`ho marinata…Con Benigni
e Sorrentino abbiamo preferito mangiarci un classico hamburger con le patatine fritte in un pub vicino alla Casa bianca».
A quel punto è arrivato il momento di indossare il famoso smoking… «Esatto. Un`emozione grande entrare in quel palazzo, fermarsi davanti al presidente, stringergli la mano, parlargli. Renzi gli ha spiegato chi ero e cosa stavo facendo. Obama si è congratulato con me e ha detto che l`Italia realizza molte cose serie contro la corruzione. Agnese ha parlato con Michelle e da lei mi sono venute parole di incoraggiamento. La cena era nei giardini, un patio stupendo, e abbiamo visitato il famoso orto di Michelle».
Gli altri commensali che le hanno chiesto? «Moltissimi dettagli sul mio lavoro. Devo ammettere che sono tornato davvero rinfrancato perché ho verificato l`interesse e la stima che Obama e gli americani hanno per
noi».
Ha preso dei contatti per il futuro? «Sì, molto utili, già per quando tornerò negli Usa a dicembre per un incontro alla Banca mondiale».
L`immagine che conserva di Obama? «Quella di un uomo normale che viene apposta a salutare con evidente affetto Benigni mentre stavamo andando via». LIANA MILELLA