PANORAMA
Ma quanti pasticci nella sua giustizia
Assunzioni e pensionamenti, informatica, processi civili, intercettazioni, politicizzazione del Csm, protagonismo dei colleghi: Mario Bresciano, presidente del Tribunale di Roma, non assolve nessuno
Signori, qua stiamo inguaiati». È questo il buongiorno del presidente del Tribunale di Roma Mario Bresciano. Napoletano, 46 anni di carriera e 70 di età, che lo obbligano al pensionamento. «Ma sono prorogato per un anno.
Il governo ha combinato un pasticcio e quando se n`è accorto ha piazzato un
pannicello caldo».
Può spiegare il pasticcio? In Italia già mancavano 1.182 magistrati.
Con il pensionamento obbligatorio a 70 anni ne abbiamo persi altri 400. Cui si aggiungono 300, tra i 67 e i 69 anni, che chiedono il prepensionamento perché non hanno prospettive di carriera. Ma il governo Io sa che per partecipare ai concorsi per gli incarichi semidirettivi devi garantire la copertura per almeno tre anni?
Speriamo di sì. Io nutro seri dubbi: 23 presidenti di Cassazione oltre i 70 anni sono obbligati alla pensione. A sostituirli saranno i giudici di tribunale.
E dire che siete già sotto organico… Avremo processi ancora più lenti. Non abbiamo fondi per rimpiazzare i cancellieri in pensione, non si fa un concorso da 15 anni e l`età media dei dipendenti è 50 anni. Capita che una sentenza definitiva non diventi esecutiva perché manca il cancelliere per il visto. Migliaia dì sentenze impugnate non arrivano in Corte d`appello e i reati si prescrivono. A un imputato hanno pignorato la casa: poi lui ha pagato, ma mancava il cancelliere che comunicasse al giudice la richiesta di sospensione della vendita. L`abitazione è stata venduta.
È la bancarotta giudiziaria. Siamo a livelli da quarto mondo, e io
vedo solo spot. Il governo campa alla giornata. Viene sbandierato il nuovo
processo telematico: ma i cancellieri non ci sono e i sistemi applicativi forniti dal ministero non funzionano. Di telematico restano gli annunci.
La riforma del civile ha dato frutti? Ma di che parliamo? A Roma non
abbiamo avuto un solo arbitrato: né in primo grado né in appello. Il cittadino si fida di più del giudice togato, che costa meno.
Il governo ha introdotto la «particolare tenuità del fatto» per ridurre il carico dei tribunali. Funziona? Già oggi con le attenuanti una condanna per furto aggravato può andare da 10 anni a 15 giorni. Una forbice così ampia aumenta la discrezionalità dei magistrati e crea sperequazioni. Il crimine va sanzionato, punto. Non si possono cancellare i processi con un gioco di prestigio. Io sono per una pena breve ma certa.
In che senso? Il vero deterrente è la certezza della pena, non l`entità. Il governo sbaglia a incrementare le pene per furti e rapine: sono già elevatissime. Chi commette un reato deve sapere che sarà obbligato a espiare la pena fino all`ultimo giorno, senza sconti.
Il governo vuole agire sulle modalità di iscrizione nel registro degli indagati. C`è un diffuso malcostume tra i pm: non può negarlo. Spesso si aspettano mesi prima di procedere all`iscrizione, per dilatare i
tempi d`indagine. È inaccettabile, così come quando i pm firmano decreti di
citazione in giudizio senza fare indagini. Alla fine gli imputati sono assolti in
processi che non dovevano neanche cominciare.
Ora il governo vuole limitare la pubblicabilità delle intercettazioni
irrilevanti. È d`accordo? La prassi è imperfetta ma ritengo che
quelle riguardanti fatti eticamente scorretti siano da pubblicare sempre.
Eccezion fatta per le conservazioni privatissime di carattere sessuale.
Quindi l`intercettazione tra Matteo Renzi e il generale della finanza Michele Adinolfi andava pubblicata? Sì: non c`è nulla di penale, ma emergono manovre di pubblico interesse.
E le telefonate che coinvolgevano Giorgio Napolitano captate dalla
Procura di Palermo nel processo sulla «trattativa» andavano pubblicate? No, la Consulta ne ha ordinato la distruzione. Un pm non può violare la legge. Napolitano peraltro è stato l`unico a rispondere alle mie lettere. Dal 2012 ne ho mandate cinque ai ministri della Giustizia. Andrea Orlando prima mi ha ignorato. Poi dopo la lettera a Napolitano
mi ha fissato un incontro.
È servito a qualcosa? Al ministero sono ascoltati soltanto i magistrati zerbino.
Ma non sono troppi i suoi colleghi fuori ruolo? Sono 146. Con gli arretrati che abbiamo, sarebbero più utili qui. E poi la vicinanza al potere politico inquina il principio della separazione dei poteri. Quando un magistrato si candida, per esempio, dovrebbe dimettersi: senza porte girevoli.
A proposito della presunta intercettazione di Rosario Crocetta, il pm Francesco Lo Voi ha parlato di «uso politico della giustizia» da parte dei partiti. È così? È innegabile. Se c`è l`intercettazione
vogliamo ascoltarla. Se ci sono solo voci, il giudice assolve.
La politica però entra nella giustizia anche con le correnti del Csm. E lei aderisce a Unicost… Sono un simpatizzante. Ho sperimentato
sulla mia persona il potere esorbitante delle correnti. Le nomine dovrebbero
basarsi sulla valutazione dei meriti, non sulla corrente d`appartenenza.
Ma quando i magistrati sbagliano, pagano? Rimangono al loro posto ma non fanno carriera. Dei magistrati il cui nome è molto noto consiglio sempre di diffidare.
La soluzione del Csm sul caso Bruti Liberati-Robledo come le è parsa? Dovevano essere trasferiti entrambi, da subito. Il fatto è che la tensione morale, in magistratura come tra i politici, si è allentata. Un tempo per indossare la toga dovevi avere il «certificato di condotta specchiatissima e illibata».
I politici sono eletti e possono essere dimissionati. Voi magistrati siete di fatto inamovibili. I cittadini possono organizzarsi in
cartello anche per eleggere un boss mafioso, che c`entra? Dovremmo
pretendere l`incensuratezza.
Ora non faccia il giacobino. Dico una cosa che la stupirà. Credo che il voto parlamentare sull`autorizzazione a procedere per gli arresti sia una buffonata. Il giudizio dovrebbe essere affidato a un organo terzo, come la Consulta.
Quanti giorni di ferie farà? Ne farò 30, e non mi strappo i capelli. Però è un altro bluff. Il governo ha tagliato le ferie senza sospendere i termini per il deposito dei provvedimenti. Ho autorizzato i miei a non fissare udienze nei giorni vicini alle ferie perché sennò dovrebbero lavorare anche in agosto. E con i ritmi che abbiamo… Qui sono tutti esagìtatí.
Esagitati? Ogni anno qualche collega muore d`infarto. Una gip si è suicidata. Siamo sottoposti a uno stress indicibile. E quando lavori nella fretta perché hai migliaia di faldoni accatastati per terra, l`errore si moltiplica.
Quel che dice è allarmante. È la verità. Io ho fatto tutto quel che potevo. L`anno prossimo vado via con la coscienza a posto. Annalisa Chirico