IL FATTO QUOTIDIANO
Marcello Maddalena. L`ex procuratore di Torino sostiene l`ex pm
di Mani pulite oggi candidato alla presidenza dell`Assomagistrati
Maddalena: “Stop ai veti e agli interessi Davigo deve guidare l`Anm`
Marcello Maddalena da un paio di mesi non è più procuratore generale di Torino. È in pensione dopo 50 anni di carriera e tante indagini su mafia, `ndrangheta e corruzione. Al momento del congedo, con il suo proverbiale humor inglese ha detto: “Questo non è un funerale, come non è un obbligo parlar bene del morto”. Quando lo sentiamo al telefono ha letto che chi comanda nelle correnti della magistratura, Unicost in prima fila, vuole sbarrare la presidenza dell`Anm a Piercamillo Davigo: “Sarebbe molto importante che si smettesse di pensare ai piccoli interessi di bottega e ci si chiedesse, e per me è vero, se Davigo presidente dell`Anm non determini una
grande credibilità dell`associazione per il messaggio che è implicito nel conferimento a lui di questo incarico per il suo passato, per il suo presente, per la sua assoluta indisponibilità alla confusione tra magistratura e politica.
Quando dice che Davigo dà credibilità all`Anm cosa intende?
Per la sua storia professionale Davigo rappresenta il volto della magistratura che attua la legge in modo assolutamente imparziale per tutti. Tutti sono uguali davanti alla legge. Questo evita qualunque commistione tra potere
politico e potere giudiziario, fermo restando che ci deve essere il dialogo, ma senza ammiccamenti. Inoltre, Davigo è un simbolo anche per chi è appena
entrato in magistratura o sta per entrare. Per i processi che ha condotto e anche per essersi sottratto alle lusinghe della discesa in politica.
Ma la legge uguale per tutti dovrebbe essere il principio che muove tutti i magistrati, mica solo Davigo… I magistrati sono tutti d`accordo, ma alcuni solo a parole. Sono sensibili alle esigenze di natura politica ed economica.
Il segretario di Unicost Roberto Carrelli Palombi ha detto: “Stiamo lavorando per una Giunta unitaria, non abbiamo pregiudizi ma il fatto che Davigo sia stato il più votato non lo mette in una situazione speciale. Non abbiamo un sistema presidenziale ma democratico che valorizza la lista che ha avuto più voti”… Mi pare che gli argomenti siano riconducibili a interessi di corrente, a calcoli elettorali. Significa mettere da parte l`interesse più generale della
magistratura. Ma il presidente deve essere il più possibile quello che è più utile. Anche se ha un suo peso, Davigo sarebbe il presidente giusto non
perché sia stato il più votato ma perché il suo essere un simbolo lo rende il più adatto a rappresentare e a comunicare l`essenza della funzione della magistratura e gli ostacoli che hanno i magistrati per garantire giustizia.
Che momento è questo per la magistratura? Difficile, come dimostrano alcuni provvedimenti a partire da quello sulla responsabilità civile: un pericolo per l`indipendenza del singolo magistrato.
E l`Anm che ruolo dovrebbe avere? Di dialogo, di confronto, ma
bisogna tenere fermi fino in fondo alcuni paletti sulle garanzie per i cittadini.
Tornando a Davigo, non piace neppure a gran parte della politica…
Non credo. Sarebbe come dire che ai sacerdoti non piace Papa Bergoglio.
Lei ha fondato con Davigo Autonomia e Indipendenza. Non ha anche lei una logica torrentizia? Sono ormai fuori dalla magistratura
e non ho mai ragionato in questi termini. Ho sostenuto, all`epoca della Bicamerale, la presidente dell`Anm Elena Paciotti, di Magistratura Democratica e io ero di Magistratura Indipendente.» ANTONELLA MASCALI