L’INTERVISTA/1: Flick: “Inutile punire chi registra, vogliono colpire la stampa” (La Repubblica)

LA REPUBBLICA

 

 

 

Flick: “Inutile punire chi registra, vogliono colpire la stampa”

 

 

lun.27 – ROMA. Punire le intercettazioni fraudolente? «Reato inutile perché già esiste». La riforma degli ascolti? «Andatevi a rileggere il mio ddl di 19 anni fa…». L`ex Guardasigilli ed ex presidente della Consulta, nonché famoso
avvocato, Giovanni Maria Flick stronca la norma Pagano.

Carcere fino a 4 anni per intercettazioni abusive. È un reato che ha senso mettere nel codice? «Ho molte perplessità.11testo sembra voler
punire chi diffonde le intercettazioni, non chi le fa. E questo mi pare un po` freudiano».
È lecito registrare il contenuto di una conversazione privata? E magari divulgarlo? «Sì perché, come la Cassazione ha ripetuto
ancora di recente, quando io parlo con una persona accetto il rischio che registri e diffonda ciò che ci siamo detti. L`articolo 15 della Costituzione considera inviolabili la libertà e segretezza della conversazione che, quindi, va difesa solo contro le intercettazioni di terzi, non contro l`uso che uno degli interlocutori faccia di quanto gli è stato detto».

Qui non stiamo parlando di giornalisti ma di comuni cittadini che parlano e uno dei due registra l`altro. Se ciò è lecito, che senso ha fare il nuovo reato? «Non io, ma la Cassazione lo ripete. Non c`è differenza sostanziale tra il memorizzare nel cervello o il memorizzare su un taccuino o farlo su un registratore. Quando una notizia che il mio interlocutore mi ha dato spontaneamente nella nostra conversazione
è entrata nel mio patrimonio cognitivo, posso farne quello che mi pare, proprio come posso farlo con una lettera a me indirizzata».

E il reato allora? «I reati ci sono già, con dei limiti precisi:
quando si invade la vita privata di una persona inserendosi nel suo domicilio, articolo 615 bis, o quando si prende cognizione illecitamente di una comunicazione o di una conversazione tra altre persone, articolo
617, che fa pendant col 616 che punisce chi prende cognizione o rivela il contenuto di una comunicazione a distanza non diretta a lui».

Se la maggioranza insiste che succede ai giornalisti? «Quello che succede ai cittadini. Se l`intercettazione avviene in modo illecito in una conversazione di terze persone, il reato c`è già. Se partecipo alla conversazione posso registrare, che lo sappia o meno il mio interlocutore. Se offendo il suo diritto all`immagine, riprendendola contro il suo consenso, potrà reagire tutelando la propria immagine in sede civile. L`aggiunta di una sanzione penale ulteriore non riesco proprio a capirlo».

La politica vuole meno intercettazioni, nelle carte dei giudici e sui giornali. Se ne può uscire senza danneggiare stampa e indagini?
«Penso proprio di sì a tre condizioni: equilibrio e buon senso da parte di tutti; una riforma chiara ed applicabile che non persegua secondi fini nell`uno o nell`altro senso (ridurre drasticamente o al contrario allargare a dismisura le intercettazioni); riflettere su quello che 19 anni fa era stato proposto perché a me sembra ancora valido. Senza dimenticarsi mai che le intercettazioni servono al processo solo quando sono indispensabili; tutte le altre non sono giustificate e non devono andare in circolazione neppure per il controllo democratico». (l. mi.)

 

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