L’INTERVISTA/2: Flick: «Intercettazioni, restino in cassaforte quelle irrilevanti» (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Flick: «Intercettazioni, restino in cassaforte quelle irrilevanti»
ROMA «Ora tutti dicono che sulle intercettazioni irrilevanti va trovato un equilibrio tra diritti. Ma quale? Io 18 anni fa ne avevo suggerito uno: il diritto
più importante è la segretezza e l`inviolabilità delle comunicazioni».
Giovanni Maria Flick, da ex ministro della Giustizia ed ex presidente della Corte Costituzionale, perché bisogna cambiare la legge? «I problemi grandi tornano sempre. Leggo, sul Corriere, che il vicepresidente Csm Legnini auspica una norma da tempo, e sento il ministro Orlando parlare di un`approvazione in 4 mesi. Lo prendo come buon augurio. Io tentai nel `96 con una norma che affrontava il problema vero».
Quale? «Tra diritto di cronaca, tutela della privacy e segretezza
delle comunicazioni cosa sacrifico e quanto? C`è il principio superiore della tutela delle indagini, ma sacrificare la segretezza delle comunicazioni sarebbe come introdurre la tortura. La privacy va tutelata ma un po` meno».

Quale modifica auspica? «Prevedere l`udienza per il deposito dove giudice, pm e difesa decidono cosa non serve per il processo. Che non va eliminato (domani potrebbe diventare rilevante), ma chiuso in cassaforte e
la chiave la deve avere il pm».

Uno di loro potrebbe riferire. «Ma non avranno i brogliacci che ora girano come coriandoli».

Perché le modifiche ora? «La conversazione Renzi-Adinolfi sul presidente
Napolitano ha fatto tornare di attualità un problema mai sopito, riportando a galla a pettegolezzi e affermazioni che nulla hanno a che fare con vicende giudiziarie».
C`è chi obietta: sono personaggi pubblici. «Sì. La sfera di privacy si comprime perché altri hanno diritto a sapere. Il politico ne ha un tasso
inferiore. Ma il diritto al segreto delle comunicazioni ce l`hanno tutti, anche i politici. Lo dice la Costituzione all`articolo 15».

È quello invocato dai potenti nei guai? «La Costituzione dice che la legge lo può limitare quando è in gioco un interesse importante: scoprire i reati, non sapere gli affari degli altri. E infatti il codice prevede le intercettazioni solo quando sono “assolutamente indispensabili per proseguire le indagini”: il che vuol dire niente intercettazioni “a strascico”».

E il controllo sociale? «Va tutelato. Ma non si può fare con ciò che è
stato acquisito ai fini dell`indagine e poi si è rivelato inutile per il processo».

E il diritto di cronaca? «Deve restare quando il giornalista pubblica
un`intercettazione abusivamente diffusa da altri facendola uscire dalla cassaforte. Se invece il giornalista concorre alla fuga, ovviamente ne risponde
anche lui come gli altri». Virginia Piccolillo

 

 

 

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