L’INTERVISTA/2: Migliucci: «Ma l`incremento delle pene non basta a ridurre non servirà come deterrente» (Il Mattino)

IL MATTINO

I penalisti: la stretta
Migliucci: «Ma l`incremento delle pene non basta a ridurre non servirà come deterrente»

Mar.29 – Il primo arresto per omicidio stradale non cambia la posizione dei
penalisti. Il presidente dell`Unione Camere Penali, Beniamino Migliucci, resta critico. «Si continua a parlare di deterrente, aumentando le pene contro la corruzione è forse diminuita la corruzione? Assolutamente no. Ed anche in questo caso semmai aumenteranno le condotte riprovevoli, per paura
delle pene soprattutto nei piccoli centri o dove non ci sono testimoni la tendenza sarà quella di scappare, per non essere arrestati in flagranza di reato».
Presidente è una legge che non serve a nulla? «Non dico questo. Ma va detto e non lo diciamo solo noi, che è nata sull`onda delle emozioni. E
quando si tratta di inasprire le pene non si può seguire questa strada. Si è proceduto come se non esistessero pene adeguate per le vittime delle strada. Chi si poneva alla guida ubriaco e causava un incidente comunque veniva punito».
Cosa manca alla nuova normativa? «L`attenuante».
Entriamo nel merito. «Quando si prevede per un reato colposo, di questo si tratta, una pena che arriva fino ai 18 anni, allora si deve prevedere anche una attenuante. Chi si ferma dopo l`evento a prestare soccorso pur avendo causato l`incidente dove poter avere una attenuante, uno sconto, e invece non è previsto. Le norme devono raggiungere dei risultati, l`attenuante, considerato che non tutti si comportano in maniera civile, deve stimolare gli
atteggiamenti positivi. In questa legge non sono previste. Un comportamento virtuoso va in generale premiato».
Le sanzioni severe non sono mai un deterrente? «È così ed è ampiamente dimostrato. Prendiamo i Paesi dove è prevista la pena di morte, casi estremi, la condanna capitale non riduce certo i reati per i quali è prevista. Allo stesso modo invece di inasprire le sanzioni, peraltro già previste, era necessario potenziare quello che è il capitolo della prevenzione».
E dunque? «Maggiori controlli sulle strade, contrarie al codice della strada, educazione nelle scuole. Gli incidenti sono diminuiti. I dati lo dimostrano. Ma soprattutto le cause degli incidenti stradali sono tre e tra queste non c`è la
guida in stato di ebbrezza o sotto l`effetto di sostanze stupefacenti. Sono mancato rispetto della precedenza, eccesso di velocità e guida distratta».
Il giudizio dunque resta negativo? «Su questa legge è stata posta la
fiducia. Sarebbe stato necessario un dibattito più ampio, una analisi attenta delle norme esistenti e di quelle inserite nella legge. L`aumento di pena e il
reato autonomo non limiteranno il fenomeno. Lo si vedrà nel tempo. Non si può agire solo ed esclusivamente aumentando le pene. Il populismo giudiziario in base al quale a seconda delle evenienze si aumentano le pene
non è positivo e non porta a nulla».
Le sanzioni avranno l`effetto contrario? «Il punto è la presunzione di
colpa. Così come è stata formulata la norma c`è un nesso con l`evento negativo anche senza 1` accertamento di condotteci può essere un nesso di casualità e non una presunzione in sè. Il rischio è di dare delle indicazioni di pena troppo severe per fatti che sono colposi, quando invece una norma ben fatta avrebbe dovuto prevedere delle pene congrue per la violazione del codice della strada. Insisto su un punto: più che servire da deterrente potrebbe indurre le persone a darsi alla fuga dopo un incidente».
Ogni legge è perfettibile. «Dovrebbe essere così, ma si è deciso di seguire questa strada. Dunque chi provoca un incidente mortale rischia una sanzione
maggiore rispetto a chi fa una rapina. C`è qualcosa che non quadra. Prima della legge si poteva arrivare fino a 15 anni di pena e per un fatto colposo la
considero una pena congrua. Ora invece è discutibile». Elena Romanazzi

Foto del profilo di Andrea Gentile

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