L’INTERVISTA/2: Unioni civili, Cirinnà: «Non ci fermiamo, l’adozione del figlio del convivente ci sarà» (Il Corriere della Sera)

IL CORRIERE DELLA SERA

Unioni civili, Cirinnà: «Non ci fermiamo, l’adozione del figlio del convivente ci sarà»

La senatrice del Pd relatrice del disegno di legge sulle «formazioni sociali specifiche»: «In Aula entro il 15 ottobre: daremo alle persone dello stesso sesso i doveri e i diritti reciproci degli sposati»

 

ROMA Le unioni civili «formazioni sociali specifiche». Non potevate trovare un’espressione più felice, senatrice Monica Cirinnà? «Il problema è una comunicazione sbagliata e ipercritica. Il dato obiettivo dell’emendamento approvato in commissione Giustizia del Senato è che abbiamo istituito le unioni civili tra persone dello stesso sesso. Il nuovo istituto giuridico non cambia nome e la qualificazione che gli abbiamo dato, su richiesta dei cattolici, pone le unioni civili tra gli istituti di rango costituzionale».
Il termine scelto ha sollevato critiche e ironie. «Il diritto di critica è sacrosanto, ma deve fondarsi su dati obiettivi. Molti costituzionalisti dicono che anche il matrimonio è una formazione sociale. E chiariamo anche che le unioni civili costituiscono una famiglia, come il matrimonio».

Per Sacconi è un «disperato espediente»…«Estremisti, disfattisti e massimalisti ci sono da tutte le parti. Ma io mi sento tranquilla perché il mio testo base, senza modifiche, ha già passato un voto in commissione il 26 marzo. E non era mai successo».

Rispetterete i tempi indicati dal premier? «Io spero che andremo in aula entro il 15 ottobre, dopo il ddl costituzionale e prima della legge di bilancio – incrocia le dita la relatrice della legge -. Ma avendo ormai capito che la volontà ostruzionistica permane, si potrebbe anche andare in aula senza relatore».

Teme il blocco dei centristi? «I gruppi che fanno ostruzionismo sono tre, Lega, Area popolare e Forza Italia. Noi stiamo dando ampi segnali di disponibilità al dialogo, ma se vogliono superare i limiti della ragionevolezza non li possiamo seguire».

Quali sono per lei i limiti della ragionevolezza? «Voglio fare una legge che non discrimina, non rifarò l’errore della legge 40 per inseguire questioni etiche e morali di qualcuno. La maggioranza del Pd la pensa così, poi c’è un piccolo nucleo di cattolici non contenti di questo testo, che fa un lavoro di convincimento presso gli altri gruppi».

L’abbraccio coi centristi rischia di produrre un compromesso al ribasso rispetto alle promesse di Renzi? «No, perché se annacquassi la legge tradirei il mio impegno e non lo farò. I numeri per andare avanti ci sono».
Anche senza Alfano? «Il punto è come può una forza di governo fare un ostruzionismo di questa natura. Se Alfano ha detto che il patto di governo su questo non c’è e ha parlato di libertà di coscienza, questo ostruzionismo accanito non ha ragion d’essere. Io credo che i rischi si annidino più nel calendario e nella possibilità di mischiare le carte rispetto alla riforma del Senato».
Ha paura che il suo testo finisca insabbiato? «Purtroppo il calendario non è nella mia disponibilità».

Perché diventi legge dovrà superare i veti dei cattolici… «I cattolici chiedono di ampliare la distinzione tra unione civile e matrimonio, eliminando alcuni legittimi rinvii al codice civile. Io ho un mandato del mio partito a costruire l’unione civile dando alle persone dello stesso sesso i doveri e i diritti reciproci degli sposati. Diritti sociali fiscali e previdenziali, reversibilità e, punto fondante delle primarie di Renzi, la stepchild adoption . Se i cattolici vogliono levare alcune piccole cose simboliche, come il riferimento alla filiazione, le leverò».

E gli emendamenti di Giovanardi? «Hanno tutti parere contrario. Su 1339 da votare ancora, l’unico ad avere parere favorevole è quello di Malan che esclude i minorenni dalle unioni civili. Il mio ddl costruisce una risposta complessiva a tutte le carenze di diritti che riguardano le coppie. Il titolo 1 istituisce le unioni civili tra persone dello stesso sesso, che acquisiscono quasi tutti i diritti degli sposati. Il titolo 2 riconosce diritti minimi alle coppie di fatto di persone conviventi more uxorio, omo o etero».

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