IL CORRIERE DELLA SERA
L`intervista
Palamara: «I giudici hanno il diritto di interpretare la legge
Anche sulle adozioni»
Palamara (Csm): la stepchild? Decideranno caso per caso
Lun.16 – ROMA «I giudici hanno il diritto e il dovere di studiare e interpretare le leggi». Luca Palamara, componente togato del Csm, risponde così al ministro per la Famiglia Enrico Costa che aveva dichiarato «chiusa la fase di interpretazione creativa visto che il provvedimento sulle unioni civili esclude
l`adozione del figlio del partner nelle coppie gay». E anche a Gaetano Quagliariello che in un`intervista al Corriere, ha messo in guardia sul fatto che le sentenze di stepchild adoption «stanno aumentando perché l`articolo 20 del testo recita “fermo restando le decisioni del giudice”».
Palamara non ha alcuna intenzione di entrare in polemica, ma ribadire l`indipendenza del giudice, come ha sempre fatto prima nelle vesti di pubblico ministero a Roma e poi da presidente dell`Anm. E infatti
dice: «Quando vengono avanzate obiezioni sul ruolo e sull`attività del giudice nell`interpretazione delle leggi, c`è il rischio che, in qualche modo,
possa essere limitato l`operato della magistratura».
Parla in generale, ma poi entra nel caso specifico «perché non vorrei che qualcuno desse una lettura burocratica dell`articolo 101 della Costituzione:
i giudici sono soggetti soltanto alla legge». E quando lo scandisce intende ricordare che «il giudice non può essere ridotto a mera “bocca della
legge”. In quella soggezione alla legge non può essere negata l`attività di ricerca e di interpretazione.
Secondo ci sono soltanto due opzioni: o si vincola il magistrato alla legge,
oppure si dà la possibilità al giudice di applicarla caso per caso. Io sono per questa seconda opzione perché il diritto è cambiato. Non c`è solo quello interno, ma anche le norme sovranazionali, bisogna potersi adeguare».
I rapporti tra politica e toghe sono tornati incandescenti e anche riguardo alle unioni civili e alle adozioni il confronto rimane aspro. Non a caso Palamara riconosce che ci sono limiti «previsti dalle stesse norme, mentre ritengo sbagliato inibire l`attività interpretativa del giudice». E dunque «è vero che la legge esclude la stepchild adoption ma i giudici hanno l`obbligo di esaminare caso per caso».
L`obiezione più frequente riguarda naturalmente la possibilità per due gay di avere un figlio ricorrendo all`utero in affitto. Su questo il consigliere
del Csm chiarisce come «la stepchild adoption rientra in un`opzione legislativa di fronte alla quale noi magistrati non possiamo che rimanere
spettatori. Ciò non toglie però che nel sistema delle fonti rientrino la nuove leggi sulle unioni civili e la legge sulle adozioni in casi particolari.
Come è già accaduto con alcune sentenze che hanno concesso l`adozione del figlio del partner omosessuale».
E quando gli si chiede se una norma che consenta la maternità surrogata sarebbe costituzionale Palamara non si sottrae: «Sono temi delicati
che riguardano la vita e i diritti delle persone. La Costituzione assegna a ciascuno un ruolo. Al Parlamento spetta fare le leggi, a noi applicarle. Valutare l`astratta possibilità della stepchild adoption spetterà alla
politica». Virginia Piccolillo