IL FATTO QUOTIDIANO
Sul sito del Fatto. Scatti automatici ai magistrati fuori ruolo: urge riforma
Carriere delle toghe, l`appello online
La sollecitazione è sul sito di petizioni online Change.org e ha un obiettivo chiaro: “Dire basta politici che fanno carriera in magistratura senza fare i magistrati”. Una chiamata alle firme sul web (basterà compilare il form per aderire) promossa dal Fatto Quotidiano che ha come destinatari il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il presidente Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti, e il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Legnini.
L`inchiesta di Primo Di Nicola e Ilaria Proietti pubblicata il 13 maggio sul nostro sito ha portato alla luce una strana, stranissima pratica che ha coinvolto negli anni magistrati impegnati in politica che non esercitavano più
da tempo. Sono partiti da Anna Finocchiaro, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, che è fuori ruolo dalla magistratura
da 28 anni e tre mesi. “Eppure – si legge nell`inchiesta giudicata tanto brava ed efficiente dagli organi di valutazione delle toghe da ottenere promozioni ed avanzamenti continui di carriera come se invece di occupare scranni e incarichi politici a Montecitorio e Palazzo Madama avesse continuato a fare indagini o a sfornare sentenze”.
Per lei, dopo la domanda di aspettativa nel 1987, ci sono state sette valutazioni di professionalità da parte del Csm. Il massimo previsto per i magistrati nella progressione di carriera.
E ANCORA, Doris Lo Moro (senatrice Pd) con quattro valutazioni di idoneità nonostante fuori ruolo da più di 17 anni, Felice Casson, senatore,
che ha dismesso la toga da 10 anni ed è già arrivato a sette valutazioni professionali.
Poi il deputato di Scelta Civica Stefano Dambruoso, fuori ruolo da 11 anni: “Il Consiglio superiore della magistratura gli ha appena assegnato la sesta valutazione di professionalità nella stessa seduta in cui è stata riconosciuta
anche al presidente dell`Autorità anti-corruzione, Raffaele Cantone”.
C`è poi il sottosegretario Cosimo Maria Ferri: per lui, fermo da sette anni, “equilibrio, imparzialità, serenità e autonomia” è il giudizio confermato nel 2014 dal Consiglio di amministrazione del ministero della Giustizia. E gli è valso, il 28 gennaio 2015, il superamento della quarta valutazione di professionalità da parte del Consiglio superiore della magistratura.
Intanto, il ddl che dovrebbe riorganizzare le regole di ingaggio per le toghe
che decidono di partecipare alle competizioni elettorali giace da almeno due
anni in commissione Giustizia alla Camera. Il motivo è presto chiaro: “Attualmente la commissione è presieduta, guarda la coincidenza, da Donatella Ferranti, che la toga l`ha dismessa, momentaneamente, da 17 anni. Anche lei è infatti arrivata al top della carriera con sette valutazioni positive,
per i 17 anni passati nelle aule di giustizia tra Roma, Viterbo e Cagliari, ma anche per i dieci fuori ruolo a Palazzo dei Marescialli, dove è stata potente ed autorevole segretario generale del Csm fino al 2008. Prima di sbarcare,
forse definitivamente, alla Camera”, scrivono i due cronisti del Fatto. Una vicenda per cui val bene una firma: e che ne ha già accumulate quasi 17 mila. MARCO FRANCHI