LA STAMPA
Davigo eletto presidente dei magistrati
Sulla giustizia un messaggio al premier
Il “dottor Sottile” di Mani pulite alla guida dell`Anm. Subito dichiarazione contro Renzi
“Il suo `brrr… che paura` non mi è piaciuto. Si al dialogo, ma non leda la nostra dignità”
DOM.10 – ROMA. Un avvertimento per il passato. Quello sprezzante «brrr… che paura» – rivolto dal premier Matteo Renzi alle toghe in protesta per il taglio delle ferie – a Piercamillo Davigo, neo presidente dell`Associazione nazionale magistrati (Anm), eletto per acclamazione, non è «piaciuto
per niente». Segno che, dopo oltre un anno, l`attuale consigliere di
Cassazione non lo ha evidentemente dimenticato. E un altro per il futuro: «Le intercettazioni? Non vedo il problema».
Un debutto eloquente che disegna (e segna?) la rotta dei futuri rapporti
tra esecutivo e magistratura. «Non esistono governi amici né governi nemici, esistono governi con i quali non si può fare a meno di dialogare», assicura
Davigo. Con una postilla decisiva: «La pretesa del rispetto della nostra dignità». E mettendo in conto anche possibili divergenze e momenti di scontro. «E giusto che ci sia tensione tra potere politico e giudiziario»,
sottolinea l`ex pm di Milano.
Perché «non sono i Paesi dove si vorrebbe vivere quelli in cui le decisioni dei giudici hanno sempre l`approvazione del governo».
È il biglietto da visita del nuovo corso del sindacato delle toghe. Fondato sull`accordo che ha tenuto a battesimo la giunta unitaria votata dai 36 membri del Comitato direttivo centrale. E incentrato sulla staffetta al vertice tra i componenti delle quattro correnti rappresentate nel Comitato stesso per ciascuno dei quattro anni del mandato.
Inaugurato proprio dalla presidenza di Davigo (Autonomia
& indipendenza, nata dalla scissione da Magistratura indipendente) che sarà affiancato, nei prossimi dodici mesi, dal segretario di Unicost Francesco
Minisci. A loro volta coadiuvati dai vice presidente e vice segretario, Luca Poniz (Area) e Corrado Cartoni (Mi).
Un esordio, per la nuova giunta, che entra subito nel vivo con il primo dossier sensibile: la riforma delle intercettazioni sulla quale, all`indomani dello scandalo Tempa Rossa in Basilicata, il governo è deciso ad accelerare.
«La pubblicazione di intercettazioni non pertinenti è già disciplinata dal reato di diffamazione. Non vedo il problema», taglia corto Davigo aprendo di fatto il primo fronte con l`esecutivo. E a chi gli chiede di commentare le dichiarazioni di Renzi sull`inchiesta della procura di Potenza («C`è stata
un`offensiva mediatica, ogni giorno usciva il nome di un ministro. Tutto casuale naturalmente»), il presidente dell`Anm si limita ad una constatazione: «Momenti difficili» tra la politica e la magistratura «ci sono da
quando faccio il magistrato».
L`accordo sulla nuova giunta dell`Anm arriva al termine di una giornata in cui non mancano neppure le tensioni tra le stesse toghe all`interno del Comitato direttivo. Alimentate dal braccio di ferro tra la corrente di Davigo (A&I) e Unicost sul peso numerico delle rispettive rappresentanze in seno all`or ganio esecutivo dell`Anm. Una diatriba risolta con la mediazione
di Mi e Area, la corrente, quest`ultima, che esprimerà la presidenza il prossimo anno coni Eugenio Albamonte.
«L`obiettivo era dare vita ad una giunta unitaria e il risultato raggiunto è senz`altro positivo assicura il pm romano -. La battuta di Davigo su Renzi? Non ha significato politico. La linea sarà di confronto leale con il governo.
L`intenzione è di non limitarci a ricevere e valutare le proposte dell`esecutivo, ma di farci a nostra volta promotori di proposte da sottoporre al dibattito politico». In serata Davigo ha ricevuto anche la telefonata
d`auguri del vice presidente del Csm Giovanni Legnini. I due si vedranno a giorni. ANTONIO PITONI