LA REPUBBLICA
Il Csm sceglie Greco l`ex pm di Mani pulite per la procura di Milano
Diciassette voti per lui, superati Nobili e Melillo
E Davigo diventa presidente di sezione in Cassazione
Quando sono le 18 e 13 minuti, e il Csm nomina Francesco Greco nuovo procuratore di Milano, lui ha appena preso il treno dalla stazione Centrale per essere a Roma oggi, all`assemblea annuale della Banca d`Italia.
Come fa ogni anno da ormai molti anni. Questo è Greco, magistrato sì, ma appassionato dell`economia italiana, dei suoi misteri, ma anche dei suoi misfatti. I 17 che lo hanno votato al Csm lo hanno scelto proprio per questo. Perché rappresenta la continuità con Bruti Liberati, D`Ambrosio, Borrelli. Perché, come ricorda in plenum Fabio Napoleone, che è stato pm con lui, «Borrelli lo scelse per la sua vastissima esperienza e perché sapeva fare squadra» e perché, in questi 37 anni vissuti nello storico palazzo di corso di Porta Vittoria, «affermare le corrette regole del mercato è stata la sua principale attività».
Hanno questa motivazione i suoi 17 voti 7 della sinistra di Area, 5 di Unicost, 3 dei laici di centrosinistra, 2 dei 3 laici di centrodestra, un convinto Zanettin, una Casellati costretta al ripiego, mentre Leone si astiene che battono l`unico sfidante rimasto, Alberto Nobili, collega di Greco, votato dai 3 di Magistratura indipendente e dal davighiano Morgigni. Si smarca il terzo candidato Gianni Melillo, capo di gabinetto di Orlando, ex procuratore aggiunto di Napoli, toga di sinistra al pari di Greco e Nobili – che a sorpresa,
quando alle 16 il plenum sta per cominciare, invia due righe al vice presidente Giovanni Legniní per dirgli che rinuncia alla competizione. Avrebbero potuto essere per lui i due voti dei capi della Cassazione Gianni Canzio e Pasquale Ciccolo, che ne intessono le lodi. Canzio parla di «sincero e disinteressato servitore dello Stato», con i requisiti di «completezza e pluralità» che ne avrebbero fatto un buon procuratore «disancorato da una lunga permanenza nel medesimo ufficio e contesto territoriale». L`arringa di Canzio colpisce, lui ex presidente della Corte di appello di Milano. C`è chi la spiega con le frizioni con Bruti Liberati, alleato invece di Greco. Chi maligna sulla sua voglia di una proroga di un anno dell`età pensionabile che lo terrebbe in Cassazione un anno in più e su cui Melillo potrebbe giocare un ruolo importante. Tant`è. È un fatto che la sua rinuncia arriva quando ormai Greco ha in tasca la vittoria. Per cui ha lavorato intensamente il vice presidente Legnini, pur senza votare alla fine, alla ricerca pressante di una significativa maggioranza, se non l`unanimità come fu per Lo Voi a Palermo, per il futuro procuratore di Milano. Decine di colloqui con gli stessi capi di Corte, con i laici di sinistra poco convinti, con Unicost.
Greco, partito con i voti di Area, ha visto consolidare il consenso con i laici di centrosinistra – una convinta Balducci, ma anche Balducci e Fanfani – ma soprattutto con il via libera di Unicost giunto a ridosso del plenum
dopo giorni di sofferta incertezza perché tra i 5 c`era chi avrebbe voluto votare per Nobili. Invece alla fine i 5 voti compatti di Unicost annunciati dalla San Giorgio nell`aula Bachelet, hanno rappresentato la svolta. Sono il
frutto di una battaglia interna di Luca Palamara che adesso dice: «Bisognava premiare la continuità perché non si può ignorare e mettere in discussione Mani pulite».
Proprio per Mani pulite è un giorno fausto. Perché con 18 voti il Csm nomina anche Pier Camillo Davigo presidente di una delle sezioni della Cassazione. Respinte le proteste della forzista Casellati, pronta a ricordare l`intervento
di Davigo sui politici inquisiti che «rubano senza vergogna». Stoppata da Legnini con un secco «qui discutiamo del merito professionale di Davigo», e non certo del suo ruolo di presidente dell`Anm. LIANA MILELLA