IL CORRIERE DELLA SERA
Le 25 nomine contestate di giudici di Cassazione
Orlando: il Csm chiarisca
Il ministro dopo le critiche di Canzio: scelte oltre il segno
ROMA «Chiederò al vicepresidente Legnini elementi sulla vicenda, e tuttavia manifesto preoccupazione su prassi che ancora caratterizzano alcune
scelte e passaggi del Csm che – se hanno portato il primo presidente della Cassazione Canzio a pronunciare quelle parole – evidentemente sono andate oltre il segno». Da Palermo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, a margine di un convegno sul tema «Espiazione della pena e diritti fondamentali della persona», risponde così ai cronisti che gli chiedono un commento sulle critiche espresse da Giovanni Canzio sulle nomine dei 25 giudici della Suprema Corte.
Tutto comincia quando giovedì scorso il plenum del Csm, su proposta della terza commissione, presieduta da Luca Forteleoni, approva la delibera
di nomina di 25 consiglieri di Cassazione. Delibera che dopo qualche giorno scatena la reazione del presidente della Cassazione Giovanni Canzio, che è
un membro di diritto del Csm. E che ieri, dalle colonne del Fatto Quotidiano, ha denunciato il mancato rispetto del cosiddetto principio di egual misura, secondo il quale servono avvocati civilisti di numero identico ai penalisti. Invece, secondo Canzio, la delibera approvata ha ratificato la nomina di 20 civilisti, 7 favoristi e 5 penalisti. Il primo presidente parla di «profili in contrasto e incoerenti rispetto alla metodologia di arruolamento»,
e chiosa in maniera critica: «Ci sono ottimi che non vengono considerati, eccellenti che non vengono considerati e buoni che divengono bravissimi».
Alle parole del ministro Orlando, che sul caso chiederà chiarimenti al vicepresidente del Csm Legnini, replica Luca Palamara, oggi membro togato
ed ex presidente dell`Associazione nazionale magistrati. «Sono rammaricato dalle parole del ministro. Sarebbe stato opportuno avere tutti gli elementi conoscitivi della vicenda.
C`è stato un dibattito e una discussione dell`intero consiglio, come accade ogniqualvolta si tratta di coprire un determinato incarico». Di certo,
sottolinea Palamara, «ci sono state posizioni differenti fra cui quelle del primo presidente della Corte di Cassazione, la cui posizione non è stata da me condivisa, ma ciò non può togliere dignità e pregio a una determinazione consiliare che è stata approvata dal plenum della magistratura nella
più totale e piena autonomia».
Infine, Palamara prova a stemperare i toni: «Penso che in questo momento debba essere rafforzata la collaborazione fra le istituzioni dello Stato che altrimenti rischiano di indebolire l`autorità della magistratura
rappresentata dal Csm». Nel frattempo ieri la sezione disciplinare del Consiglio ha deciso di rimuovere dall`ordine giudiziario l`ex giudice fallimentare del Tribunale di Roma, Chiara Schettini. Nel giugno
del 2013 era stata arrestata per peculato e corruzione e ancora oggi è sottoposta a un procedimento penale a Perugia. Giuseppe Alberto Falci