MAGISTRATI: Pensioni, proroga per poche toghe (La Repubblica)

LA REPUBBLICA

Pensioni, proroga per poche toghe
Ok al decreto solo per Cassazione, Corte dei Conti, Consiglio di Stato
30 in tutto, tra cui Canzio

ROMA. Un decreto per meno di 30 alte toghe e per fargli guadagnare
un anno di lavoro in più. Una ventina in Cassazione, cinque o sei alla Corte dei Conti, un palo (ma forse addirittura una sola) all`Avvocatura dello Stato,
nessuna al Consiglio di Stato. Magistrati ai vertici, che sarebbero dovuti andare in pensione allo scadere dei 70 anni, potranno restare in servizio per
altri dodici mesi.
In Consiglio dei ministri, dove viene approvato il decreto, non mancano le polemiche. È critico il ministro della Famiglia Enrico Costa, già vice alla
Giustizia, che vede «compromessi i diritti di chi avrebbe potuto fare più carriera e non l`ha fatta». Il Guardasigilli Andrea Orlando, pur contrario al taglio secco di ben cinque anni del 2014 e alla successiva proroga del 2015, ora tutto sommato “digerisce” un decreto che, proprio per via dei numeri, ha un impatto limitatissimo. Chi invece proprio non è d`accordo è l`Anm, il sindacato della magistratura ordinaria che parla di «un`improvvisazione, che produrrà disparità di trattamento e disservizi».
Ben altra la soluzione: un allungamento a regime dell`età pensionabile da 70 a 72 anni. Ma su questo il premier Renzi è stato irremovibile, anche se c`è già chi ipotizza che l`emendamento possa arrivare durante la conversione in Parlamento.
La proroga dell`età pensionabile per le toghe è arrivata, ma attenzione perché si tratta di una misura molto limitata. Basta leggere il testo del decreto, 12 articoli di cui solo due dedicati alla questione. Il decreto è giustificato
«dalla straordinaria necessità e urgenza di definire il contenzioso presso la Cassazione e adottare misure per l`efficienza degli uffici». Ma poi gli
articoli 5 e 10 svelano la sostanza: il decreto riguarda i vertici della Cassazione, i magistrati con ruoli direttivi e semidirettivi della Corte e della Procura generale.
Parliamo di un pugno di toghe. Il presidente Gianni Canzio e il suo vice Renato Rordorf, il procuratore generale Pasquale Ciccolo, il presidente del Tribunale per le Acque pubbliche Antonio Segreto, presidenti e
vice di sezioni penali e civili, Siotto, Ippolito, Conti, Romis, Stabile, Geraci, Fiale, Di Palma, Bucciante, Macioce, l`avvocato generale Nello Rossi. Con loro il procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti. Escluso chi
ha già compiuto 72 anni. Gli altri restano fino al 31 dicembre 2017. Già rumoreggia chi, non essendo ai vertici, invece va in pensione. Ricorsi per incostituzionalità assicurati. LIANA MILELLA

Foto del profilo di Andrea Gentile

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