LA STAMPA
Sentenze in ritardo, giudice punito ma promosso al Consiglio di Stato
L`ex “ideologo” di Raffaele Lombardo nominato a Roma dal governo
lun.23 – Tra i dieci nomi indicati dal governo come giudici del Consiglio di
Stato, massimo organo della giustizia amministrativa, ce n`è uno che crea parecchi imbarazzi. Si tratta di Giuseppe Mineo, attualmente giudice del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana, sanzionato per aver depositato in ritardo le sentenze. E nonostante ciò promosso a Roma dallo stesso premier che da mesi invita i giudici a essere più rapidi ed efficienti. A differenza degli altri nomi indicati dal governo (ex magistrati e politici, militari, alti burocrati), quello di Mineo ha destato subito curiosità
per la sua estraneità all`ambiente romano. La sua biografia è tutta siciliana. Così la ricostruiscono diverse persone che lo conoscono, sia nell`ambito
accademico che in quello politico-giudiziario. Pupillo di Pietro Barcellona, insigne giurista e filosofo nonché deputato comunista, Mineo è professore associato di diritto privato all`università di Catania.
Pur non distinguendosi per prolificità scientifica, nel 2010 fa il grande salto. Diventa giudice del Consiglio di giustizia amministrativa siciliana, l`organo che nell`isola – retaggio autonomista – svolge le stesse funzioni del Consiglio di Stato: rappresenta la massima istanza nei processi amministrativi. Per legge metà dei giudici del Consiglio siciliano è di nomina politica. Infatti la nomina di Mineo arriva direttamente dall`allora governatore Raffaele
Lombardo. I due si conoscono da tempo: nel 2005 ad Acireale Mineo è tra gli oratori alle Assise interregionali per la Costituente del Movimento per
l`Autonomia, il partito fondato da Lombardo uscendo dall`Udc del rivale Cuffaro (entrambi sono poi finiti nei guai giudiziari, condannati per reati
di mafia: Totò in via definitiva, Raffaele in primo grado). Mineo viene considerato uno degli «ideologi» del partito di Lombardo, il quale, eletto presidente della Regione, lo nomina tra i supremi giudici amministrativi mentre molla Berlusconi e si allea con il Pd.
E siamo nel corpo vivo della politica. Perché nel frattempo la stella di Lombardo è tramontata e negli ambienti politici si dà per certo che Mineo sia tornato a casa, nell`orbita del Pd. Che in Sicilia vuol dire soprattutto Davide Faraone, renzianissimo sottosegretario e in gole position per le prossime elezioni regionali, e Anna Finocchiaro, che non nasce renziana ma fiancheggiando in Senato Maria Elena Boschi sulle riforme costituzionali ha guadagnato parecchi punti. In questo territorio Mineo potrebbe aver trovato gli sponsor giusti per il secondo grande salto. Questa volta a Roma.
Ma l`imprimatur di Palazzo Chigi deve fare i conti con il parere che la legge affida al Consiglio di presidenza dei magistrati amministrativi, l`organo di autogoverno equivalente al Csm di quelli ordinari. Il Consiglio ha acquisito il curriculum di Mineo. All`anomalia della doppia nomina politica (prima
da Lombardo, poi da Renzi), si aggiunge un intoppo disciplinare. Mineo, come giudice amministrativo in Sicilia, è stato sanzionato per aver depositato in ritardo (anche di un anno) alcune sentenze. Come mai il governo vuole «promuoverlo»? I giudici se lo chiedono e prendono tempo. Ma devono esprimersi. Se danno parere positivo creano un precedente imbarazzante,
proprio mentre si rafforzano gli scrutini di professionalità sulle toghe. Se lo danno negativo creano un conflitto con il governo. In tal caso, essendo il parere non vincolante, il governo potrebbe ignorarlo, insistendo con la nomina. Ma compirebbe una forzatura istituzionale, tanto più in una fase in cui i rapporti con il Consiglio di Stato sono migliorati. E poi: come potrebbe
Renzi giustificare la nomina di un giudice ritardatario, proprio lui che sprona i giudici a essere più rapidi e produttivi?