TEMPI
Si sono dimenticati di dirvi che il governo si è arreso definitivamente ai magistrati
gio.30 – IL 21 MAGGIO L`ASSOCIAZIONE NAZIONALE MAGISTRATI ha fatto una mossa clamorosa, ma passata sotto silenzio. Un silenzio sorprendente, visto che dal 9 aprile l`attenzione dei mass media sul “sindacato” della categoria è quasi spasmodica perché da quel giorno presidente dell`Anm è il tonitruante Piercamillo Davigo, l`ex pm di Mani pulite, oggi giudice di Cassazione. Quel sabato l`Anm ha varato 14 “commissioni di studio”, che nei prossimi anni impegneranno più di 300 magistrati, accuratamente scelti e mixati in base alla corrente ideologico-partitica di provenienza. Queste commissioni permanenti, simili a commissioni ministeriali, dovranno analizzare alcuni temi tecnici, come i carichi di lavoro dei magistrati o le loro condizioni di lavoro e di sicurezza, e si occuperanno di come sta avanzando il processo telematico o dovranno riformulare lo statuto interno. Fin qui nulla di anomalo: sono i compiti di qualunque sindacato. Altre commissioni, invece, affronteranno temi politicamente rilevanti, come «ordinamento giudiziario e progetti di riforma», «riforma del diritto e del processo penale», «responsabilità civile
dei magistrati», e perfino le norme sulle pari opportunità, il diritto sovranazionale, il sistema carcere…
Le scarne cronache sulla notizia hanno aggiunto che il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, «ha accolto con favore l`offerta di collaborazione dell`Anm». Addirittura Orlando avrebbe «richiesto la sistematica partecipazione consultiva del sindacato togato nella fase di predisposizione delle norme». Sì, avete letto bene: partecipazione consultiva.
Ed è una ben strana reazione, visto che la politica interloquisce con la magistratura attraverso il Consiglio superiore della magistratura (che è un organo costituzionale e non un`associazione privata, come l`Anm), che al Parlamento e al governo offre pareri legislativi, tanto frequenti e assertivi quanto non richiesti.
In realtà, la mossa dell`Anm e il gradimento manifestato dal guardasigilli hanno una loro gravità, che però quasi nessuno ha colto. È come se il governo Renzi e il sindacato giudiziario, che anche nel recente passato hanno avuto qualche occasione di scontro (a volte puntuto), avessero concordato un armistizio. E il governo, in difficoltà, avesse ceduto su tutta la linea, offrendo all`Anm il diritto alla consultazione preventiva sulla formazione delle nuove norme. Il problema è che in Parlamento sostano da tempo disegni e proposte di legge importanti su intercettazioni, prescrizione, impugnazioni delle sentenze, sulla stessa riforma del Csm. L`intesa silenziosa (o forse “silenziata”
dai media) annuncia che assisteremo presto a leggi preventivamente concordate con la magistratura? Leggeremo domani sui giornali che l`Anm e le sue 14 commissioni hanno dato il via libera a questa o a quella riforma?
Domande inquietanti.
Ma ce n`è una in più: è possibile che il potere di controllo della magistratura sulla politica avanzi senza incontrare alcuna resistenza?
L’ultrapotere
Già gli uffici di gabinetto, gli uffici legislativi e molti posti chiave di troppi ministeri, a partire da quello della Giustizia, sono occupati da magistrati. Se dovesse passare impunemente anche questa “nouvelle vague” concordataria, l`intero processo normativo e giudiziario rischierà di essere direttamente controllato dalla magistratura: dalla prima stesura di una legge fino alla sua applicazione in un tribunale.
E allora dovremo dire un addio definitivo al principio della separazione
dei poteri, che in questo anomalo paese è già stato percosso alle fondamenta.
Proprio nessuno ha voglia di contestarlo? Davvero nessuno alzerà un dito? MAURIZIO TORTORELLA