IL SOLE 24 ORE
Magistratura onoraria. Via libera del Senato alla delega: aumentano le competenze
Sul condominio c’è l’«esclusiva»
Aumento delle competenze. Precisazione dello status. Ridefinizione delle indennità e del periodo di permanenza in servizio. Sono questi i cardini della legge delega di riforma della magistratura onoraria, approvata ieri mattina in prima lettura dal Senato. Una riforma, puntualizza il relatore Giuseppe Luigi Cucca (Pd), che va nel segno della conferma del carattere onorario e non esclusivo della funzione di magistrato onorario, «visto che, a Costituzione vigente, non è possibile un’assimilazione della magistratura onoraria a quella togata».
Sul versante delle competenze, il disegno di legge prevede una notevole estensione, in materia sia civile sia penale. Per la prima è attribuita una competenza pressoché esclusiva sulle controversie in materia condominiale (allargamento che ieri Confedilizia ha contestato sottolineando che così si farà da volano al contenzioso, effetto soprattutto dei minori costi per l’avvio di una lite), si alza da 5.000 a 30.000 euro la competenza sulle cause relative a beni mobili e da 30.000 a 50.000 quella sulle liti per risarcimento danni da circolazione veicoli o barche. Inoltre si porta da 1.100 euro a 2.500 il giudizio dei giudici di pace secondo equità.
A queste materie si aggiunge poi la volontaria giurisdizione sia sul versante generale, per i casi di minore complessità, sia sul versante delle successioni e comunioni. Ai giudice di pace saranno poi affidati anche i procedimenti di espropriazione mobiliare presso il debitore e di espropriazione di cose del debitore che sono in possesso di terzi: lo potranno fare però, seguendo le direttive di un giudice togato indicato dal presidente del Tribunale.
Venendo al settore penale, l’allargamento, disposto dopo l’approvazione di un emendamento da parte dell’Aula, prevede che i giudici di pace dovranno giudicare i reati di minacce, di furto a querela, di rifiuto a prestare le proprie generalità e su alcune infrazioni alla disciplina sulle autorizzazioni su fitofarmaci e additivi agli alimenti.
La durata del mandato ha rappresentato uno dei punti di maggiore discussione, anche per lo stratificarsi di una pluralità di proroghe nel tempo. Alla fine, la soluzione messa a punto prevede che il mandato standard sarà di quattro anni rinnovabile per una volta (otto anni quindi complessivi), mentre sarà di quattro quadrienni per chi si troverà già in servizio al momento dell’entrata in vigore del decreto delegato. Al termine dei due mandati a regime, lo svolgimento delle funzioni di magistrato onorario (compresi ovviamente i Got e i Vpo) rappresenterà un titolo preferenziale da fare valere per l’accesso tramite concorso nella pubblica amministrazione.
Il nodo della copertura previdenziale, più volte al centro delle discussioni in questi anni, andrà affrontato dal decreto delegato, tenendo presente però che il regime dovrà essere compatibile con la natura onoraria dell’incarico, senza oneri per la finanza pubblica, prevedendo semmai l’acquisizione delle risorse necessarie attraverso misure che potranno incidere sulle indennità. Insomma, una riforma che sarà di fatto a carico dei magistrati onorari stessi. Le indennità poi saranno di norma scandite da una parte fissa e una varabile, però non più collegata al numero delle udienze svolte o dei provvedimenti emessi, ma alla media complessiva di produttività dell’ufficio di riferimento.
G.Ne.