LA STAMPA
Sardegna, assolto dopo 19 anni di carcere
Non era sua la voce nell`intercettazione
Nel primo processo era stato condannato per il sequestro Licheri
sab. 16 – NUORO. Nel soggiorno di casa hanno appeso anche le bandierine
colorate e preparato un vassoio di dolcetti e una bottiglia di cannonau per il brindisi. In strada applausi, clacson impazziti e tante lacrime. L`unica che non ha ceduto all`entusiasmo da stadio è stata la mamma settantaquattrenne di Pietro Paolo Melis: «Ti aspettavo, figlio mio, ti aspettavo.
Sapevo che saresti tornato a casa da uomo libero. Ho sognato tante notti questa giornata».
Di pazienza, a Mamoiada, ne hanno avuta tanta: perché tutti, fin dal giorno dell`arresto, erano certi che Pietro Paolo Melis non c`entrasse nulla con quel sequestro di persona. Era accusato di aver organizzato il rapimento dell`imprenditrice Vanna Licheri ma ieri la Corte d`appello di Perugia
ha deciso che l`allevatore trentottenne è innocente. Di tempo, comunque, ne è trascorso tanto.
Vanna Licheri è stata sequestrata il 14 maggio del 1995 e non è mai tornata a
casa, mentre Pietro Paolo Melis ha trascorso in carcere quasi 19 anni. La sentenza di primo grado lo aveva condannato a 30 anni, ma i suoi avvocati sono riusciti a far riaprire il processo. E ieri i giudici hanno stabilito che
lui non ha avuto nessun ruolo in una delle pagine più tristi della storia dei sequestri.
A incastrare Pietro Paolo Melis era stata una telefonata. Da una parte della cornetta c`era sicuramente Giovanni Gaddone, un altro allevatore della zona condannato per il sequestro di Vanna Licheri e anche di un altro imprenditore. La persona che gli rispondeva, parlandogli di una serie di dettagli organizzativi sulla prigionia dell`imprenditrice mai ritrovata,
secondo gli investigatori era proprio Pietro Paolo Melis. Qui è iniziato tutto: l`accusa, l`arresto, la condanna e la lunga detenzione. Ieri, però, è arrivata l`assoluzione. Grazie alle nuove tecnologie. Perché gli avvocati Alessandro Ricci e Maria Antonietta Salis hanno sfruttato un software e sono riusciti a dimostrare che la voce registrata nelle intercettazioni non era quella dell`allevatore di Mamoiada. «Io l`ho sempre detto e ripetuto – ha commentato lui, al momento del ritorno in paese – Non mi sono mai stancato di ripeterlo. E nonostante la prima pesante condanna non ho mai smesso di credere nella giustizia».
Chi ancora non trova pace sono i figli di Vanna Licheri. Aveva 65 anni e nella piana di Abbasanta, nell`Alto Oristanese, gestiva una ricca azienda
agricola. Tutti sapevano che fosse benestante e in quegli anni terribili divenne
subito preda per l`Anonima. Dai carcerieri fu obbligata a scrivere lettere strazianti ai familiari perché pagassero presto il riscatto, ma le poche
notizie raccolte dagli investigatori raccontano che la prigionia per lei non è stata lunga. Vanna Licheri probabilmente è stata stroncata da crisi cardiaca, ma i rapitori non hanno mai fatto trovare il suo corpo. NICOLA PINNA