ITALIA OGGI
Il rapporto dell’Isdaci sulla risoluzione alternativa delle controversie (adr)
Contratti bancari e diritti reali, piace la mediazione
La risoluzione alternativa delle controversie continua a crescere, soprattutto in materia di contratti bancari. Nel 2015 le domande di giustizia alternativa sono state circa 300 mila, con il 12% in più rispetto all’anno precedente (come anticipato da ItaliaOggi dell’8/11/2016). Questi i dati del nono rapporto dell’Istituto per lo studio e la diffusione dell’arbitrato e del diritto commerciale internazionale (Isdaci), presentato ieri a palazzo Giureconsulti a Milano e promosso da Unioncamere, Camera di commercio di Milano e Camera arbitrale di Milano. In particolare le domande sono state per il 66% di mediazione amministrata (196 mila, +9%) e per il 34% di conciliazione Corecom (101 mila, +17%). Gli arbitrati amministrati sono stati invece 784 (+10%). “Un anno positivo per la giustizia alternativa in Italia, anche se resta ancora da fare per promuovere la cultura della mediazione volontaria e dell’arbitrato» ha dichiarato Massimo Maria Molla, presidente dell’Isdaci. «Ci sono segnali positivi, ma anche aspettative di crescita per il futuro nel quadro della riforma delle Camere di commercio» ha commentato Stefano Azzali, direttore Isdaci e segretario generale della Camera arbitrale, azienda speciale della Camera di commercio di Milano. Azzali inoltre ha sottolineato il ruolo chiave rivestito dalla giustizia alternativa, e con essa dalle Camere di commercio, nell’aumentare l’attrattività dell’Italia nei confronti degli investitori internazionali. Riguardo alla mediazione amministrata, l’81,6% è costituito da domande di mediazione obbligatoria e la maggior parte dei casi riguarda controversie fra privati L’oggetto delle mediazioni sono prevalentemente contratti bancari (23,5%), seguiti da: diritti reali (13,7%), locazioni (12%), condominio (11,9%), risarcimento del danno da responsabilità medica (6,6%), contratti assicurativi (6%), divisioni dei beni (4,8%), e successioni ereditarie (4,2%). In media una mediazione dura 103 giorni e ha un valore medio di 138 mila euro (+24,6% in un anno). L’Arbitrato amministrato invece riguarda nell’86% dei casi controversie tra imprese o tra un ente ed un’impresa, mentre il restante concerne procedimenti tra imprese e consumatori. Il 34% degli arbitrati riguarda la materia societaria, il 22% gli appalti, il 19% il commercio, il 9% l’immobiliare, il 3% la proprietà industriale. L’arbitrato in media dura 256 giorni e ha un valore medio di 244 mila euro. Le conciliazioni presso i Corecom invece durano in media 58 giorni e hanno un valore di 610 euro. Nel 2015 le riassegnazioni di nomi a dominio sono state 25 (diminuite del 31%), con un valore medio di 1.500 euro e una durata di 57 giorni. “Nel quadro della riforma delle Camere di commercio dobbiamo orientarci sempre di più verso una mediazione tra imprese, per offrire un servizio effettivo», ha commentato Tiziana Pompei, vice segretario generale Unioncamere nazionale, che aggiunge «occorre poi stabilizzare l’obbligatorietà e agire sugli incentivi, a partire da una effettiva detrazione delle spese, per promuovere la diffusione di questo strumento in un quadro europeo. Infine, occorre lavorare sulla digitalizzazione e sul rafforzamento degli strumenti online”. Mario Pellegrino