MEDIAZIONE: Strumento ancora in cerca di identità di Bianca Lucia Mazzei (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Strumento ancora in cerca di identità

di Bianca Lucia Mazzei

Lun.3 – Per la mediazione è cominciato il quarto ed ultimo anno della fase sperimentale partita il 30 settembre 2013, dopo che a fine 2012 la Corte costituzionale aveva censurato la normativa precedente cancellando l’obbligatorietà. Si chiuderà a fine settembre 2017. Mancano quindi dodici mesi che dovranno servire a rivedere le regole di uno strumento il cui impatto è ancora limitato, così come contenuta è la capacità di centrare l’obiettivo principale per cui è stata introdotta: la riduzione dei carichi giudiziali.
In base ai dati ministeriali solo il 22% delle mediazioni si chiude con un accordo. In tutti gli altri casi la lite continua in tribunale. Il 50% delle volte non va a buon fine neanche il primo incontro informativo, poiché le parti non si presentano.
La commissione incaricata di elaborare una riforma organica degli strumenti extragiudiziali e presieduta da Guido Alpa punta su due leve: l’estensione dell’obbligatorietà e l’allargamento degli incentivi fiscali. Che sono poi le modalità utilizzate, con miscele diverse, anche dagli altri Paesi europei per spingere la soluzione delle controversie al di fuori delle aule dei tribunali.
Fin dall’inizio è stato chiaro che uno degli scogli da superare (forse il maggiore) era la diffidenza psicologica di contendenti abituati a rivolgersi al giudice e di legali, timorosi di vedere sminuito il proprio ruolo.
L’avversione dell’avvocatura, negli anni, si è attenuata (anche se non è scomparsa) tanto che il prossimo Congresso nazionale forense sarà dedicato alla sua funzione nella «Giustizia senza processo». E fra le proposte messe a punto dai gruppi di lavoro costitui nell’ambito dei lavori congressuali spicca l’estensione dell’obbligatorietà e l’aumento delle agevolazioni fiscali. Una ricetta che verrà avanzata anche per la negoziazione assistita, lo strumento che più sta a cuore agli avvocati e che i gruppi di lavoro chiederanno diventi condizione di procedibilità della domanda anche per le liti in tema di adempimenti contrattuali e responsabilità medica.
Che effetti deflattivi sui carichi dei tribunali ci possano essere, lo dimostra il calo delle iscrizioni giudiziarie in tema di separazioni e divorzi, su cui ha sicuramente pesato positivamente il ricorso alla negoziazione assistita (utilizzata soprattutto a questo scopo) e la possibilità di lasciarsi di fronte al sindaco, nei casi in cui non ci sono minori o situazioni patrimoniali da risolvere.
Nelle controversie familiari, le procedure conciliative hanno successo poiché sono coinvolti rapporti interpersonali in cui il beneficio del raggiungimento di un accordo è evidente.
Ed è un dato confermato a livello europeo.
Ma gli iter alternativi possono esprimere le loro potenzialità in molti altri campi. Anche perché la crisi economica e il forte aumento dei costi della giustizia stanno riducendo il contenzioso civile e questo potrebbe lasciare insodisfatta una domanda di giustizia cui rispondere con strumenti più veloci e, possibilmente, meno costosi.

Foto del profilo di Andrea Gentile

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