In aula al Senato le proposte dei relatori al disegno di legge delega sugli appalti
Un albo dei direttori dei lavori
Annullabili in autotutela le gare a rischio corruzione
Albo nazionale dei commissari di gara obbligatorio, così come quello dei direttori lavori delle grandi opere; spostamento dell’Avcpass (strumento che serve per la verifica dei requisiti) presso il Ministero delle infrastrutture; Cantone potrà annullare in autotutela le gare a rischio corruzione; braccio di ferro sull’obbligo di gara per gli appalti dei concessionari.
Sono questi alcuni dei punti di maggiore rilievo sui quali si sta focalizzando la discussione del testo del disegno di legge delega sugli appalti che l’aula del Senato ha iniziato ad esaminare ieri, partendo della relazione orale dei due relatori Stefano Esposito e Marco Pagnoncelli. L’articolato, come risultante dal lavoro condotto in commissione lavori pubblici, contiene 61 criteri di delega e risulta ben più preciso e vincolante per il lavoro che il Governo dovrà svolgere, rispetto al testo iniziale approvato dal Consiglio dei ministri del 29 agosto. Sono circa 200 gli emendamenti presentati in Aula dai diversi gruppi, ma la forte accelerazione impressa ai lavori dovrebbe portare a limitate modifiche di cui, peraltro, si sono fatti carico anche i due relatori che in queste ultime ore hanno presentato alcune proposte di modifica.
In particolare una prima correzione tocca le banche dati che dovranno essere utilizzate dalle stazioni appaltanti per verificare i requisiti: secondo la proposta depositata in aula la suddivisione delle competenze sarà tale da spostare presso il Ministero delle infrastrutture lo strumento dell’Avcpass e l’unificazione di tutte le altre banche dati presso l’Autorità nazionale anticorruzione. Rimanendo all’authority presieduta da Raffaele Cantone – che dovrà anche definire i criteri reputazionali per qualificare le imprese – i relatori hanno precisato che l’albo nazionale dei commissari di gara deve essere obbligatorio per tutti i casi in cui si deve nominare una commissione (anche se il sorteggio dei candidati a commissario sarebbe bene affidarlo alla stessa authority e non alle singole stazioni appaltanti). Sulla norma che ammette l’annullamento di una gara in caso di fenomeni corruttivi e l’esperimento di una nuova procedura (rinnovazione della gara), in alternativa al commissariamento dell’azienda, i due relatori prevedono l’attribuzione di questo potere direttamente al Presidente Anac e non più all’Autorità nel suo complesso. Diventa obbligatorio anche l’albo nazionale dei direttori dei lavori delle grandi opere: non saranno le stazioni appaltanti a fare la richiesta di nomina, ma il Ministero delle infrastrutture a fornire i candidati da scegliere, presi dall’albo.
Sul tema delle concessioni, elemento di particolare rilievo e delicatezza sul quale la linea scelta in commissione è stata quella di obbligare tutti i concessionari di lavori e di servizi pubblici (con una moratoria di 12 mesi) ad affidare a terzi lavori, servizi e forniture, i relatori hanno proposto di escludere le concessioni affidate con la formula della finanza di progetto, ma già qualche subemendamento ha chiesto di estendere l’esclusione a tutte le concessioni affidate in gara. Andrea Mascolini