IL SOLE 24 ORE
Camera. Via libera al ddl con il riassetto del sistema
Confidi, è legge la delega al Governo per la riforma
A un anno di distanza dall’approvazione da parte del Senato, è arrivato ieri anche il via libera della Camera al disegno di legge delega per la riforma del sistema dei confidi: con 278 voti a favore, 90 contrari e 60 astenuti Montecitorio ha acceso semaforo verde al provvedimento, introducendo anche il meccanismo del parere rafforzato che permetterà alle commissioni Finanze di Camera e Senato di esaminare i decreti attuativi della riforma anche nei dettagli. «Con questa legge delega rafforzeremo il sistema dei confidi per sostenere Pmi, micro imprese e professionisti che altrimenti non avrebbero accesso al credito», dice Michele Pelillo (Pd), relatore alla Camera del provvedimento.
La legge delega dà al Governo sei mesi di tempo per mettere nero su bianco il nuovo impianto del sistema dei consorzi e delle cooperative che offrono garanzie a Pmi e professionisti per l’accesso al credito bancario. «Un intervento che ci è parso opportuno – prosegue Pelillo – alla luce della crisi e quindi della necessità di una riforma più organica, nonostante i ripetuti interventi normativi degli ultimi anni su questo fronte».
Innanzitutto il Parlamento ha incaricato il Governo di emanare misure per il rafforzamento del sistema delle garanzie anche attraverso la leva della patrimonializzazione rivedendo e rafforzando il finanziamento pubblico (ora nelle mani di Camere di commercio e Regioni). Passando ovviamente per l’esame di compatibilità con la normativa Ue in materia di aiuti di Stato. Servirà poi individuare le risorse, facendo appello anche a quelle private e sbloccando gli stanziamenti previsti nella legge di Stabilità 2014 che aveva destinato al sistema dei confidi 225 milioni. Tra le indicazioni date dal Parlamento c’è anche il richiamo a un’idea più efficiente dell’uso delle risorse pubbliche, prevedendo forme di sinergia anti-polverizzazione: in parole povere stop alla galassia di piccoli confidi, soprattutto nel Mezzogiorno, avanti tutta con le aggregazioni.
La legge delega incarica poi il Governo di dirimere la non facile “coabitazione” con il Fondo di garanzia per le Pmi. «È necessario – spiega ancora Pelillo -creare una sintonia con il Fondo, per evitare ciò che si è verificato in questi anni, e cioé un effetto spiazzamento dei confidi».
Nel provvedimento si indicano come vincolanti per i futuri decreti attuativi anche le misure di semplificazione burocratica per l’accesso al credito da parte delle Pmi e dei liberi professionisti, nonché l’abbattimento dei costi per gli intermediari finanziari. L’idea è quella di trovare dei meccanismi di alleggerimento «eliminando le duplicazioni di attività già svolte da banche o da altri intermediari finanziari», come recita la lettera l) della legge delega. Flavia Landolfi