IL SOLE 24 ORE
COMMISSIONI PARLAMENTARI
Oggi la sostituzione dei 4 presidenti di Fi
Roma. Un rinnovo delle commissioni all’insegna della continuità. E il “rimpastino” di governo (bisogna nominare il ministro degli Affari Regionali e due vice, agli Esteri e allo Sviluppo economico) che slitta a settembre. Matteo Renzi è concentrato nel rilanciare l’attività di governo: dalla riduzione fiscale annunciata già nella legge di stabilità con l’abolizione dell’Imu e della Tasi per la prima casa fino al via libera della riforma costituzionale ferma in commissione Affari costituzionali del Senato, dove questa settimana sarà dedicata alla discussione generale. Tappe importanti che il premier democratico affronta con un partito diviso alle spalle, e non è proprio questo il momento di esacerbare le tensioni interne spostando troppe poltrone. Anche per questo oggi, giorno in cui scade la proroga concessa dalla presidente Laura Boldrini per il rinnovo delle commissioni della Camera, la linea del Pd sarà quella di confermare tutte le presidenze della maggioranza. E dunque anche i presidenti della minoranza del Pd meno accomodante, quella cioè che fa capo a Roberto Speranza e a Pier Luigi Bersani, resteranno al loro posto: Francesco Boccia alla Bilancio e Guglielmo Epifani alla Attività produttive, oltre naturalmente al più moderato Cesare Damiano alla commissione Lavoro (per l’ex ministro si era parlato nelle scorse settimane di una nomina come viceministro all Sviluppo economico, ma con la sua riconferma l’ipotesi si allontana).
Saranno cambiate solo le quattro presidenze ora in mano a Forza Italia, che all’inizio della legislatura faceva parte della maggioranza che sosteneva il governo Letta: si tratta di quelle di Francesco Paolo Sisto alla commissione Affari costituzionali (qui le candidature sono del Pd renziano: Emanuele Fiano e Matteo Richetti); di Elio Vito alla Difesa (al suo posto i democratici Rosa Callipari, Giampiero Scanu o Francesco Saverio Garofani oppure qualcuno di Area popolare come Andrea Causin); di Daniele Capezzone alle Finanze (probabile l’elezione del centrista Maurizio Bernardo, ma in caso contrario qui è pronto il dem Marco Causi, in corsa però anche come vice di Ignazio Marino a Roma); di Giancarlo Galan alla Cultura (probabile sostituta la democratica Flavia Piccoli Nardelli, che sta già svolgendo il ruolo di presidente dopo l’arresto di Galan, ma in corsa è anche la sua compagna di partito Maria Coscia. Em. Pa.