IL SOLE 24 ORE
Penale. Il ruolo della magistratura
Greco: sul falso in bilancio possibili forzature
Milano. Il nuovo reato di falso in bilancio può prestare il fianco ad abusi. «Ma la Procura di Milano ha una storia di estrema attenzione nell’applicazione delle misure di diritto penale dell’economia. Non è mai stato perso un posto di lavoro. Altrove, non so». È un intervento ampio quello svolto, in una delle sue primissime uscite dopo la nomina a capo procuratore di Milano, da Francesco Greco. L’occasione è offerta dal convegno organizzato dalla Scuola di formazione dell’Ordine dei dottori commercialisti di Milano sul reato di falso in bilancio alla luce delle recenti pronunce della Cassazione.
Tema quest’ultimo che in realtà Greco liquida rapidamente considerando la sentenza delle Sezioni unite che ha sciolto il dilemma della rilevanza delle valutazioni come «precisa, circostanziata e non cerchiobottista». Pronuncia che è servita a rimediare il pasticcio commesso alla Camera, «dove può capitare che, magari di notte, sia introdotta o tolta qualche parola, magari salvifica per qualcuno».
Così, con l’intervento in vigore da un anno, il falso in bilancio ha recuperato serietà, ricorda il neoprocuratore di Milano: «direi che è finita una stagione. Quella che, per certi versi, si era aperta nel 2001 con la promessa di cancellazione del falso in bilancio all’appuntamento di Confindustria a Parma». Promessa un po’ singolare, celia Greco: «sarebbe come promettere ai clandestini l’abolizione della carta d’identità. E il bilancio è la carta d’identità di un’impresa». Della nuova stagione fa parte, ed è un cavallo di battaglia di Greco, un rapporto diverso tra cittadino e Stato di cui voluntary disclosure e cooperative compliance sono esempi.
È vero poi, che, come ha spiegato Michele Vietti (che da sottosegretario alla Giustizia “battezzò” la versione precedente del reato), ora l’autorità giudiziaria ha recuperato maggiore discrezionalità, ma di questo spazio la magistratura deve fare buon uso, ha puntualizzato Greco. Nella consapevolezza delle storture comunque rimaste nel nostro diritto penale dell’economia. Un esempio delle quali è, a giudizio di Greco, l’assenza di norme efficaci di contrasto sul fronte bancario. Tanto da forzare in qualche modo la Procura, spinta alla contestazione dell’associazione a delinquere per ovviare alle sanzioni insufficiente (per esempio, a consentire le intercettazioni) per reati gravi come l’appropriazione indebita, la corruzione tra privati, il conflitto d’interessi.
E, per restare al falso in bilancio, Greco, dopo avere individuato nella rilevanza e nei destinatari della norma possibili profili critici, ha chiuso il cerchio, mettendo in evidenza l’importanza del falso qualitativo, dove anche una semplice fattura falsa può occultare una tangente ed essere indice di capacità criminale elevata con danno a soci e stakeholders.
Francesco D’Alessandro, docente di diritto penale alla Cattolica, ha messo in luce la problematicità della convivenza tra la fattispecie base di falso in bilancio e le ipotesi che ne riducono la portata sanzionatoria. Il danno, per esempio, uscito dalla finestra perchè il falso torna a essere reato di pericolo, ritorna dalla finestra come elemento di valutazione della gravità della condotta.
E Mario Boella, presidente di Assirevi, ha ricordato, alla luce delle Sezioni unite come «si è in presenza di falso in bilancio quando si rileva un bilancio non corretto, in quanto inficiato da deviazioni dal framework contabile di riferimento e vi sia anche un intento fraudolento». Giovanni Negri