POLITICA E MAGISTRATURA: Il premier vede un disegno organico ma non vuole la guerra con le toghe (Il Messaggero)

IL MESSAGGERO
Il premier vede un disegno organico
ma non vuole la guerra con le toghe
Palazzo Chigi teme possibili manovre Mattarella non crede a crisi di governo
contro l`esecutivo: i verdetti siano rapidi Dubbi su De Vincenti ministro: resti dov`è
IL RETROSCENA
ROMA Quello di Matteo Renzi doveva essere un appello. Un invito
ai pm che indagano su Tempa rossa ad «andare subito a sentenza». Invece, sarà perché negli stessi minuti la ministra Maria Elena Boschi era sotto interrogatorio proprio a palazzo Chigi, sarà perché questa storia si fa di
ora in ora più indigesta, al premier-segretario è sfuggita la frizione.
E ha inquadrato nel mirino la Procura di Potenza: «Le indagini sul petrolio si fanno ogni quattro anni, come le Olimpiadi. Ma non si è mai arrivati a sentenza. Questo non è da Paese civile». Una frase che rivela il sentimento
di fondo di Renzi, il sospetto che esista «un disegno organico» per colpire il governo.
Eppure, nella via stretta che il premier è costretto a percorrere, non ci sono attacchi a testa bassa contro i giudici: «Quelli li facevano Berlusconi & C. Io non partecipo a scontri personali con i pm». C`è, invece, la fiera rivendicazione della sua «profonda diversità»: «Gli altri parlavano di legittimo impedimento, io dico: “Avete qualcosa da chiedermi? Interrogatemi”». Così, Renzi sfida i pm lucani a indagare e ad «andare a sentenza il prima possibile». Lo fa «arci convinto», dopo l`interrogatorio della Boschi, che la sua ministra «non verrà indagata»: «Non ce n`è il minimo presupposto», sostengono a palazzo Chigi, dove non senza malizia osservano che l`incontro con i magistrati lucani «è durato 2 ore, ma di queste un`ora e cinquanta sono stati spesi dai pm per cercare un computer e dieci minuti in domande da cui Maria Elena è uscita alla grande».
BERSAGLIO GROSSO
Nel frattempo, offrendosi come il bersaglio grosso, caricandosi sulle spalle la responsabilità di aver autorizzato le estrazioni petrolifere, Renzi declina meglio «quell`emendamento è mio» scandito domenica in tv. Una mossa che serve per alzare uno scudo a difesa della Boschi: «Perderla sarebbe un disastro, indebolirebbe l`esecutivo». E per togliere forza alle opposizioni: «Sapendo che in gioco c`è la durata della legislatura, non saranno poi tanti i parlamentari pronti a votare sì alla sfiducia…».
Ma che la posta in gioco sia altissima, che la vicenda Tempa rossa bruci maledettamente, Renzi lo dimostra dedicandole il cuore della relazione alla direzione del Pd. Un intervento suonato come una vera e propria arringa
difensiva. Spiegando il «ruolo importante» della multinazionali con tanto di slide. Elencando una ad una tutte le opere sbloccate: «Rivendico ogni legge,
ogni emendamento». E, vista la difficoltà, aprendo alla libertà di coscienza per il voto sul referendum anti-trivelle: «Anche Prodi ha parlato di suicidio per il Paese, ma non scomunicherò chi andrà a votare sì».
Il richiamo al fondatore dell`Ulivo non ha fermato la minoranza dem. L`attacco di Gianni Cuperlo («Matteo è arrogante, non ha la statura del leader») è considerato nel quartier generale del Nazareno «senza precedenti».
E frutto di «una competizione tra i ribelli, a colpi di insulti contro Matteo, per assumere la guida dell`opposizione interna».
Di certo c`è che la prima conseguenza del nuovo attacco è la sparizione dal toto nomi per il ruolo di ministro dello Sviluppo, ormai libero dopo le dimissioni di Federica Guidi, di qualsiasi esponente della sinistra Pd. Più
probabile l`up-grading dell`attuale vice, Teresa Bellanova. Oppure la nomina di Marcella Panucci o Antonella Mansi, entrambe provenienti da Confindustria.
I SUGGERIMENTI DEL COLLE
Claudio De Vincenti dovrebbe invece restare sottosegretario alla presidenza del Consiglio: dal Quirinale hanno fatto sapere che cambiare per la terza volta il “regista” di palazzo Chigi, «ruolo delicatissimo e difficile», non sarebbe
una buona cosa. Ma sul Colle non sembrano preoccupati per la tenuta dell`esecutivo: «Da quel che è dato sapere il governo ha numeri in Parlamento». In ogni caso nelle prossime ore la questione dovrebbe essere affrontata in un incontro tra Sergio Mattarella e lo stesso Renzi.
Il colloquio era previsto per ieri, «ma difficoltà d`agenda e la riunione
della Direzione», dicono a palazzo Chigi, «hanno portato a uno slittamento».
Alberto Gentili

Foto del profilo di Andrea Gentile

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