LA REPUBBLICA
Renzi: accuso il sistema non i pm
Le toghe: “Frasi inopportune”
Arriva la sfiducia di M5S e centrodestra. Boschi: “Ormai ce n`è una a settimana. Mio padre?
È scontata un`azione di responsabilità contro di lui”. D`Alema: “La vicenda non è chiusa”
ROMA. Matteo Renzi vorrebbe chiudere il caso Tempa Rossa, con le conseguenti dimissioni del ministro Guidi. Ma restano sul terreno le polemiche con la magistratura, due mozioni di sfiducia al governo presentate al Senato da 5stelle, Forza Italia e Lega e il referendum sulle trivelle che si celebra domenica 17. In una lunga diretta video su Facebook che ottiene 900 mila contatti («quasi come un talk show, ma sempre meno di Rambo»,
scherza il premier), Renzi punta alla pace con le toghe: «Noi stiamo incoraggiando i magistrati, non li stiamo attaccando: vogliamo che parlino con le loro sentenze. Accuso semmai un sistema lento: non ne posso più di un Paese dove le sentenze non arrivano». L`Associazione nazionale dei magistrati della Basilicata però non cede: «Le dichiarazioni di Renzi sono inopportune nei tempi e inconsistenti nei fatti».
Il dialogo diretto con i cittadini serve al premier per uscire dalla concentrazione mediatici sull`inchiesta di Potenza. Non a caso salta anche la visita a Matera prevista per oggi: «Non voglio alimentare altre polemiche»,
chiarisce Renzi. Parla di tutto su Facebook, ma torna anche sul quesito antitrivelle. Per confermare la sua linea che è in sostanza quella dell`astensione per non raggiungere il quorum: «Io spero che il referendum fallisca», dice. Con questo obiettivo il Pd s`interroga su quale sia il
momento migliore per portare al voto le due mozioni di sfiducia presentate ieri al Senato.
Oggi si riunisce la conferenza dei capigruppo, deve stabilire il calendario. Questa settimana il voto è escluso dal regolamento. Ma la prossima settimana è disponibile ed è proprio quella alla vigilia del referendum. Il Partito
democratico è orientato a far slittare le mozioni alla settimana successiva in modo da non offrire una tribuna ai sostenitori del Sì su una materia che indirettamente riguarda il petrolio ovvero il caso Tempa Rossa. Questa è
la linea anche se Renzi vorrebbe concludere la partita il prima possibile attraverso il voto che sarà quasi certamente a favore dell`esecutivo. «Ormai le sfiducie sono un appuntamento fisso, un genere letterario – ironizza
Maria Elena Boschi a Porta a porta -. Ce n`è una a settimana: il mercoledì c`è il calcio con la Champions League e il giovedì la sfiducia». Boschi, dopo l`audizione di lunedì con i pm lucani, si dice disponibile a essere sentita di nuovo, se serve. La ministra delle Riforme sostiene di non aver mai incontrato dirigenti della Total («non so se l`hanno fatto altri ministri»), di non aver mai conosciuto Gemelli, il compagno della Guidi, e di non ricordare «insistenze particolari» dell`ex titolare dello Sviluppo per l`emendamento al centro dell`intercettazione che ha causato le dimissioni. Poi parla del padre, sotto inchiesta per la bancarotta di Banca Etruria: «Do per scontato che ci saranno delle evoluzioni. Che ci sarà un`azione di responsabilità nei suoi confronti. Ma io voglio essere giudicata per la mia attività, che credo di svolgere bene». Ieri Renzi ha assunto l`interim dello Sviluppo economico dalle mani di Sergio Mattarella. Non è però la premessa di un rinvio della decisione sul successore della Guidi. Anzi. Il premier conta di scegliere un nome questa settimana, partendo dall`identikit donna e esterna alla politica.
Ma non è chiuso lo scontro con la minoranza del Pd, dopo le accuse di Cuperlo e Speranza in direzione. Massimo D`Alema critica Renzi a tutto campo. «La vicenda Tempa Rossa è ancora aperta. E certo il premier ha scelto
il momento peggiore per dire quello che ha detto sulla magistratura, proprio mentre ti mettono sotto inchiesta un ministro.
La vicenda comunque lascia un segno nel governo». Secondo l`ex premier, Renzi «è un uomo che divide e lacera la sinistra anziché unire. Lo fa in modo sprezzante e provocatorio. È un peccato capitale per un leader della sinistra
perché così si perde, non si vince». Conclude D`Alema: «Io voterò No al referendum sulle trivelle. Ma è indecente che il più grande partito italiano inviti all` astensione».
I 5stelle, che con una delegazione di parlamentari ieri sono stati a Tempa Rossa, cavalcano l`onda dell`inchiesta. E Beppe Grillo sul blog torna ad attaccare: «Renzi confessa e poi vai a casa». GOFFREDO DE MARCHIS