IL GIORNALE
Giustizia, Ncd in trincea per logorare l’esecutivo
I centristi alzano la voce sulle intercettazioni A rischio pure l’accordo sulla prescrizione
Accordo di maggioranza instabile sulla prescrizione e ancora da trovare sulle intercettazioni.
Il governo però preme per portare in Aula a Palazzo Madama la riforma del processo penale prima della pausa estiva la prossima settimana. Il ddl, licenziato dalla Camera circa un anno fa, è in discussione in Commissione Giustizia del Senato e ora il presidente, Nico D’Ascola, Ncd, ritiene si possa chiudere il confronto sugli emendamenti nella seduta di domani per poi andare subito in Aula ma il cammino della riforma appare ancora irto di ostacoli.
Palazzo Chigi preme per concludere. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, qualche giorno fa ha sollecitato il Parlamento «a fare tutto il possibile» per chiudere prima dell’estate.
Sulla prescrizione l’accordo che sarebbe stato raggiunto all’interno della maggioranza prevede sempre un tempo di sospensione di tre anni complessivi ma distribuiti in modo diverso. Uno stop di 18 mesi fra il primo ed il secondo grado e di altri 18 mesi tra secondo grado e Cassazione. In questo modo, sostiene il capogruppo Pd Giuseppe Lumia «non si potrà più usare la prescrizione come mezzo per non fare processi».
Una soluzione che non convince il senatore di Forza Italia, Nitto Palma. «La prescrizione è stata superata molto male – afferma l’azzurro – dubito supererà il vaglio della Consulta». La durata del blocco della prescrizione per Palma si scontrerà con il principio della ragionevolezza che è proprio della Corte Costituzionale. Il senatore di Fi evidenzia pure che l’accordo sulle intercettazioni è ancora molto lontano perché «il testo è debole».
A puntare i piedi anche su questo fronte sono ancora una volta i centristi di lotta e di governo. «Sulla prescrizione siamo scesi ad un compromesso – dice il sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli – ma sulle intercettazioni ci aspettiamo venga rispettato l’accordo complessivo».
Area Popolare chiede di modificare «l’emendamento sull’utilizzo dei trojan (i virus informatici) nelle intercettazioni per reati come il terrorismo». E i centristi chiedono modifiche anche «sull’utilizzo delle intercettazioni nei reati contro la pubblica amministrazione» e lo stralcio della modifiche sulle notifiche giudiziarie.
Insomma il cammino appare ancora in salita. «Il clima della discussione fino ad ora è stato sereno e non abbiamo fatto alcun ostruzionismo – afferma Nitto Palma- Ma ci sono ancora centinaia di emendamenti da discutere quindi se il dialogo si chiude andranno in aula senza relatore».
A questo punto il cammino del ddl si farebbe davvero faticoso. L’auspicio del ministro Orlando era quello di farlo approdare in Aula entro fine luglio in modo da licenziarlo prima della pausa estiva visto che per il sì definitivo occorrerà un ulteriore passaggio alla Camera in settembre.
Quello della prescrizione per il Guardasigilli è una «soluzione ragionevole: una sorta di ponte verso una soluzione definitiva perché nel frattempo si devono verificare tutti gli effetti che può produrre la riforma complessiva». Riforma che però incassa già la bocciatura del Presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo che definisce le misure «insufficienti per affrontare il problema della crisi della Giustizia in Italia». Francesca Angeli