IL SOLE 24 ORE
Giustizia. Slitta il deposito del testo, Orlando media
L’altolà di Alfano alla «prescrizione lunga» Oggi vertice per l’intesa
ROMA. Riunione di maggioranza questa mattina alle 8,30, con il ministro della Giustizia Andrea Orlando, per cercare definitivamente una soluzione sul testo della prescrizione da abbinare a quello sul processo penale. Il vertice, preceduto ieri sera da una riunione di Ap con la presenza di Angelino Alfano, ha fatto slittare di ventiquattro ore il deposito del testo base da parte dei relatori Dem Felice Casson e Giuseppe Cucca. Lo scoglio, infatti, è soprattutto il centrodestra dove convivono due anime, una disponibile a ripartire dal testo della Camera – che oltre a prevedere la sospensione della prescrizione per tre anni(due in appello e uno in Cassazione) dopo una condanna di primo grado, prevede anche il quasi raddoppio dei termini di prescrizione per tre reati di corruzione (propria, impropria e giudiziaria) -, l’altra decisa invece a recuperare l’impianto originario del ddl del governo, che contemplava soltanto i tre anni di sospensione. E quest’ultima linea è uscita vincente dalla riunione di ieri sera, per cui stamattina gli alfaniani punteranno i piedi, forti anche del riferimento fatto dal premier Renzi domenica scorsa al ddl del governo.
«È più facile aggiungere che togliere» ragionava qualche giorno fa Enrico Costa, ex viceministro della Giustizia e ora ministro degli Affari regionali, voce autorevole nel partito di Alfano, riferendosi all’ipotesi di ripartire dal testo della Camera su cui la settimana scorsa sembrava raggiunto un accordo con Ap-Ncd, dopo il via libera all’abbinamento. Eliminare in seconda battuta il quasi raddoppio della prescrizione per i tre reati di corruzione sarebbe impopolare e il centrodestra non vuole rischiare a ridosso delle amministrative. Perciò, facendo leva sulla parte del Pd contraria alla “prescrizione lunga”, spinge per ripartire dal ddl del governo, decidendo il da farsi strada facendo, con gli emendamenti.
La presenza di Orlando dà la misura della delicatezza di questo passaggio politico-parlamentare. È la prima volta che il guardasigilli partecipa a una riunione sulla prescrizione da quando il provvedimento è approdato al Senato. Sul tavolo, peraltro, c’è l’intero provvedimento sul processo penale (contenente anche le intercettazioni) e quindi la materia è abbastanza ampia per trovare compromessio. Alla riunione potrebbero partecipare anche senatori del gruppo Ala.
Sul fronte delle opposizioni, invece, il Movimento Cinque Stelle offre al Pd con una «mediazione»: i grillini rinuncerebbero alla proposta di bloccare la prescrizione dopo il rinvio a giudizio se i Dem accettassero di fermare le lancette con la sentenza di condanna di primo grado. «A queste condizioni potrebbe esserci un accordo – dicevano ieri i deputati Alfonso Bonafede e Alessandro Di Battista -. Tutte le altre proposte del Pd, elaborate probabilmente alla luce dell’accordo con Verdini, non hanno senso: allungare la prescrizione è un modo che può sempre essere utilizzato per aggirare la giustizia». Peraltro, anche fra molti magistrati si va facendo strada l’idea che la soluzione non sia allungare la prescrizione ma bloccarla almeno dopo la condanna di primo grado.
Certo è che il governo è stretto tra un’opinione pubblica che ormai si attende risposte e l’Europa. A differenza di due anni fa, la riforma della prescrizione è prevista anche nel Def (Documento di economia e finanza) varato dal governo e fatto proprio dal Parlamento, e nel relativo cronoprogramma si indica ottobre 2016 come data di approvazione. Nel parere favorevole al Documento votato dalla Commissione Giustizia della Camera, poi, se ne auspica «quanto prima» l’approvazione essendo (insieme alla riforma del processo civile e penale) un intervento «volto al ripristino della legalità» che avrà «senza dubbio un significativo impatto sull’incremento del prodotto interno lordo del Paese». Del resto, anche il presidente della Repubblica ha esortato governo e Parlamento a fare «tutto il possibile» – per la parte che li riguarda – affinché il contrasto alla corruzione sia efficace, riferendosi implicitamente anche all’approvazione della riforma della prescrizione. Donatella Stasio