PRESCRIZIONE: Prescrizione, accordo nella maggioranza solo dopo le elezioni (Il Sole 24 Ore)

IL SOLE 24 ORE

Giustizia. Oggi gli emendamenti
Prescrizione, accordo nella maggioranza solo dopo le elezioni

ROMA. Tutti in ordine sparso. A poche ore dalla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti al ddl sul processo penale/prescrizione, governo e maggioranza hanno rinunciato a presentare proposte di modifica comuni, rinviando a dopo le elezioni amministrative la ricerca di una soluzione politica di compromesso (ancora lontana). Intanto, ciascuna forza della maggioranza potrà affrontare il voto di giugno impugnando le rispettive bandiere.
Nelle ultime due settimane non ci sono stati incontri di maggioranza. A vedersi, tra martedì e mercoledì, sono stati soltanto i due relatori, i senatori Pd Felice Casson e Luigi Cucca, e il capogruppo Dem in commissione Giustizia, Giuseppe Lumia. Si rivedranno anche oggi per definire la scelta, politica, di escludere, per ora, emendamenti dei relatori, soprattutto sui temi caldi, come la prescrizione. «Stiamo ancora ragionando – spiegava ieri Casson – se aspettare di vedere il panorama delle modifiche o, se invece, anticipare qualcosa già ora. È un po’ una partita a scacchi». Cucca ricorda, fra l’altro, che relatori e governo possono presentare modifiche in qualunque momento e che, perciò, potrebbe essere strategicamente più opportuno far scoprire agli altri le carte. Anzitutto a Ncd-Ap e Ala: da quel fronte si preannunciano una quarantina di emendamenti, soprattutto per modificare il testo base là dove, sulla prescrizione, prevede tre anni di sospensione dopo la condanna di primo grado (due in appello e uno in Cassazione) nonché aumenti specifici per tre reati contro la pubblica amministrazione (corruzione propria, impropria e in atti giudiziari). È il testo approvato dalla Camera ma contestato (con tre giorni di sciopero che si concludono oggi) anche dagli avvocati penalisti. La linea del Piave del Centrodestra è l’originario ddl del governo (con la sola sospensione di 3 anni) o, in alternativa, la previsione di una corsia preferenziale per le inchieste sulla corruzione proposta dai verdiniani (Lodo Falanga), ma su cui c’è già anche un emendamento del Pd. Che, invece, continua a resistere (sulla carta) alle richieste degli alleati, tant’è che rilancerà di interrompere la prescrizione dopo la condanna di primo grado e, per i reati di corruzione, di far decorrere i termini dall’acquisizione della notizia del reato e non da quando è stato commesso. E che, comunque, considera (sulla carta) come linea del Piave il testo già approvato dalla Camera.
Sarebbero invece 3-400 gli emendamenti di Forza Italia, in gran parte ostruzionistici, mentre ancora non si conosce la mole delle modifiche targate Lega e M5S. L’elevato numero di emendamenti potrebbe portare, però, alla ghigliottina o, comunque, al passaggio in Aula (non prima di luglio) del provvedimento anche se non ne fosse concluso l’esame: in tal caso, in Aula andrebbe come testo base solo quello sul processo penale, senza prescrizione. Che diventerebbe un emendamento, magari all’interno di un maxiemendamento del governo al ddl, da approvare con voto di fiducia. Una prospettiva che si fa, via via, sempre più concreta, visti i tempi naturali dell’iter parlamentare del ddl (41 articoli), incompatibili con l’annuncio ripetuto dal ministro della Giustizia Andrea Orlando sull’approvazione della riforma entro l’estate. Donatella Stasio

Foto del profilo di Andrea Gentile

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