IL SOLE 24 ORE
Giustizia. Tra i 46 subemendamenti alle 2 proposte dei relatori manca quello di Ap: non emendiamo ipotesi personali
Prescrizione, la soluzione resta lontana
L’allungamento dei tempi di prescrizione proposto dai relatori Pd nel ddl sul processo penale in commissione Giustizia al Senato sembra destinato ad arenarsi. Nessun subemendamento è arrivato ieri, alla scadenza dei termini, da Area popolare (Ncd-Udc). «Non emendiamo ipotesi personali», spiegano fonti centriste, richiamando la presa di distanza giunta subito dopo la presentazione dell’emendamento dal presidente dei senatori Pd, Luigi Zanda, che aveva parlato di «ipotesi personali». A gettare acqua sul fuoco era intervenuto anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando, preoccupato che imprudenti fughe in avanti possano far saltare l’intera riforma.
L’emendamento della discordia – che fa decorrere la prescrizione da quando scattano le indagini e la fa interrompere dopo la sentenza di primo grado – ha già perso in corsa la firma di uno dei due relatori (Luigi Cucca) e resta sottoscritto dal solo Felice Casson.
Ieri, alla scadenza dei termini, i subemendamenti ai due emendamenti dei relatori sulla prescrizione sono stati 46: 23 del M5S, 9 di Forza Italia, 5 dei Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto, 4 del Misto, 2 del Pd, due delle Autonomie e uno dei verdiniani di Ala.
Tutta la partita è stata comunque rinviata a dopo le amministrative. Perché nella maggioranza c’è aria di tregua, non di accordo. Il Nuovo Centrodestra continua a chiedere che il testo di riferimento sia quello varato dal Consiglio dei ministri, senza il raddoppio della prescrizione per i reati di corruzione introdotto alla Camera e con uno stop al decorso scaglionato per ogni grado di giudizio, comunque mai eccessivo. Il Pd ragiona su possibili soluzioni alternative. Scelta civica incalza, con Andrea Mazziotti che definisce il dibattito «stucchevole» e invita a chiudere sul testo di Montecitorio. È Orlando, di nuovo, a ricordare l’obiettivo finale: «Entro l’estate ci sarà l’approvazione complessiva della legge che vede solo in uno degli oltre 40 articoli il tema della prescrizione: in ballo c’è di più».