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Prescrizione, Renzi: “Va cambiata, ma i giudici siano più veloci”
Il premier interviene sul tema della sicurezza, dei servizi segreti e del terrorismo: “Sulla microcriminalità bisogna essere più duri nelle pene”. “Il nostro sistema di intelligence è straordinario”. “Importante l’arresto a Lecco, quell’uomo voleva farsi esplodere”. E di Weidmann dice: “Pensi a sue banche, non dia lezioni all’Italia”. Poi replica a Grillo e Berlusconi: “Loro condannati, io no”
dom.1 – ROMA – “La prescrizione va cambiata, ma va fatta anche un’altra cosa per arrivare alla sentenza: chiedere ai magistrati di essere più veloci. Ci sono Tribunali nei quali si corre. Altri invece in cui si va troppo spesso alla prescrizione”. Matteo Renzi, a Domenica in, è intervenuto sul tema della giustizia. Ed è tornato anche sulle polemiche sollevate qualche giorno fa dalle dichiarazioni del neo presidente dell’Anm, Piercamillo Davigo. Poi ha toccato i temi delicati della sicurezza del Paese, dal rischio attentati al ruolo degli 007 alla corruzione. Quindi ha risposto a distanza al Governatore della Banca Centrale tedesca. Infine ha replicato alle accuse di Grillo e Berlusconi.
Corruzione: “Basta analisi, certezza della pena”. “Ci vuole la severità della pena – ha dichiarato Renzi – Ai magistrati dico, organizziamoci meglio e andiamo a sentenza e quando sei colpevole io ti sbatto dentro. Basta analisi sulla corruzione, io voglio una sentenza e che poi stai in galera. Il messaggio vero è: molto più duri nelle pene sulla microcriminalità. Ci sono dei casi scandalosi in cui non accade che stai in galera, ma ce ne sono molti che ci vanno e io vorrei che ci andassero anche i pezzi grossi in carcere”.
“Davigo? Nomi, non spari nel mucchio”. Renzi è tornato sulla polemica sollevata nei giorni scorsi dalle dichiarazioni contro i politici corrotti di Piercamillo Davigo, neo presidente dell’Anm. “Sì – ha detto Renzi – ci sono politici corrotti. Ma io voglio i nomi, voglio sapere chi è che ruba e chi non ruba. Pieno rispetto per il dottor Davigo, ma dico una cosa su cui il 101 per cento degli italiani pensa sia una cosa banale: se uno ruba deve essere preso e giudicato. Ma non si può sparare nel mucchio sennò fai il gioco di quelli che rubano”. “Io non ce l’ho con i magistrati – ha precisato – ma non si deve fare ‘i giudici contro i politici’. Ma ‘gli onesti contro i ladri”.
Renzi sulla Sicurezza. Il premier ha poi toccati i temi più delicati della Sicurezza all’indomani delle nomine ai vertici del Viminale, delle forze dell’ordine e degli 007. “Sulla microcriminalità dobbiamo essere più duri nelle pene, se ti beccano stai al fresco per un po’, per un po’ tanto. Chiedo ai magistrati senza polemiche: andiamo a sentenza, non ne posso più di grandi analisi sulla corruzione”. A proposito del rischio attentati, ha aggiunto: ” La sicurezza non la sottovalutiamo. L’Italia è in prima fila con un sistema di intelligence straordinario”. Per il premier, l’evento più importante degli ultimi giorni è stato l’arresto a Lecco di un uomo che “stava progettando di venire in Italia e farsi esplodere da qualche parte”.
Terrorismo: “Arrestato a Lecco voleva farsi esplodere”. Renzi ha spiegato di aver avuto primi segnali sulla percolosità dell’individuo diverse settimane fa, e la segnalazione diceva che l’arrestato “stava progettando di venire in Italia e farsi esplodere da qualche parte”. “I capelli bianchi vengono anche (…) quando ricevi informazioni di questo genere”, ha detto il premier. Non bisogna “avere ansia, perché bisogna essere lucidi e freddi. A Palazzo Chigi abbiamo seguito (i movimenti del sospetto, ndr) e, al momento opportuno, quando il magistrato ha ritenuto, siamo intervenuti”.
“Grillo e Berlusconi condannati. Io no”. Commentando gli attacchi di Beppe Grillo contro di lui, e le critiche per i suoi rapporti politici con Denis Verdini, il leader di Ala coinvolto in indagini giudiziarie, ha replicato così: “Io ho la fedina penale pulita”. “Mi sento sempre dire – ha aggiunto – che guido un partito di delinquenti. Voglio ricordare che il M5s e FI sono guidati da due leader (Grillo e Berlusconi, ndr) con sentenze passate in giudicato”.
“Weidmann pensi alle sue banche”. Matteo Renzi a Domenica in risponde Jens Weidmann, che aveva parlato a Roma all’ambasciata tedesca il 26 aprile. “Il tempo in cui ci davano le lezioni è finito: al Governatore della Banca centrale tedesca suggerirei di guardare alle banche tedesche. Ha tanti problemi a cui pensare e meno pensa all’Italia, meglio è per lui”. Il numero uno della Bundesbank, dopo aver ricordato il contributo di Tomaso Padoa Schioppa alla costruzione dell’euro e i suoi avvertimenti (“L’unione monetaria non può tornare indietro”), prima si era complimentato con le riforme del governo Renzi. Poi aveva evidenziato i punti di rottura con il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e le criticità dell’Italia in termini di debito pubblico. ALBERTO CUSTODERO